VIDEO | Al Giovanni Paolo II vengono garantite solo le visite urgenti. E intanto le associazioni chiedono alla commissione straordinaria dell’Asp di sapere che fine abbiano fatto i fondi stanziati dalla Regione
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Un ospedale sempre più depauperato che non è riuscito a recuperare spazio nel panorama provinciale nemmeno durante l'emergenza Covid. Nel Giovanni Paolo II di Lamezia Terme per potere effettuare una visita bisogna che il medico di base precisi sull'impegnativa che è urgente, altrimenti questa non verrà effettuata.
Gli ambulatori non hanno ancora ripreso a lavorare perchè mancherebbero i presidi di sicurezza adatti e la possibilità di sanificare costantemente e in modo adeguato. Eppure, vengono effettuate le visite intramoenia.
Chi di soldi non ne ha, insomma, è costretto a rivolgersi al altri presidi o a mettere da parte patologie ed acciacchi nella speranza che questi non peggiorino. Il personale è ridotto all'osso, basti pensare che già prima del lockdown diversi reparti avevano chiuso gli ambulatori e messo uno stop alle visite proprio perché senza le risorse umane per potervi fare fronte.
Una situazione drammatica, alla quale si aggiunge lo svuotamento parallelo dei piccoli presidi, come quello montano di Soveria Mannelli. 150 mila in tutto gli utenti potenziali del Giovanni Paolo II, un bacino vasto che non trova adeguate risposte.
Eppure le risorse negli anni non sono mancate. Come hanno sottolineato in una lettera indirizzata ai Presidenti del Consiglio Comunale di Lamezia Terme e della Commissione Ambiente e Sanità del Comune di Lamezia, il comitato Salviamo la Sanità del Lametino, il Tribunale per i diritti del malato, Osservatorio sociale San Nicola, Comitato Malati Cronici e il Comitato 4 Gennaio che hanno chiesto alla Commissione Straordinaria dell’Asp di far conoscere finalmente quanta parte dei finanziamenti annuali che vengono erogati dalla Regione, e che finora sono rimasti costanti se non aumentati, vengano effettivamente impegnati nella sanità lametina.