Il deputato di "L'alternativa c'è", componente della Commissione sanità, minaccia di rivolgersi alla Procura della Repubblica per «interruzione di pubblico servizio»
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«Da fonte ufficiale ho appreso che il Pronto soccorso dell'ospedale di Corigliano doveva essere riaperto già da lunedì 6 settembre, dopo la chiusura della scorsa settimana, determinata dalla positività a Covid di un sanitario lì in servizio. Per quanto riferitomi dalla stessa fonte, non c'è alcuna ragione per la quale il Pronto soccorso non debba riaprire». Lo afferma, in una nota, il deputato di L'Alternativa C'è Francesco Sapia, componente della Commissione Sanità.
«Pertanto, se nella mattinata del 9 settembre non fosse ancora riaperto il Pronto soccorso in questione, presenterò un esposto - aggiunge il parlamentare - alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio, contestualmente chiedendo al commissario dell'Asp di Cosenza l'apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dei dirigenti responsabili che dovessero essere inadempienti».
«Dagli elementi che ho potuto acquisire, per non riaprire questo Pronto soccorso - sostiene Sapia - si starebbe usando il pretesto dell'avvio, nella stessa unità operativa, di lavori di ristrutturazione, che, alla luce delle criticità di personale del Punto di primo intervento di Cariati e del Pronto soccorso dell'ospedale di Trebisacce, non possono influire sulla necessaria ripresa dell'inteso servizio essenziale. In sostanza, per l'intera fascia ionica il Pronto soccorso di riferimento è rimasto di fatto quello di Rossano, con tutte le conseguenze del caso in termini di gestione delle emergenze. Al commissario alla Sanità calabrese, Guido Longo, ho chiesto di intervenire con urgenza, non potendosi ammettere questa situazione assurda, tanto più nella fase attuale di risalita dei casi di positività a Covid. Mi riservo ulteriori iniziative in sede parlamentare».