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C’è un filo sottile che collega Santa Sofia di Epiro, piccolo centro nel Cosentino, a Sciacca, comune dell’Agrigentino dove qualche settimana fa vennero uccisi circa 30 cani randagi. È il filo dell’inciviltà e della barbarie che mette sotto accusa quanto le istituzioni quanto le coscienze dei singoli. Così, a pochi giorni dalla notizia di cuccioli uccisi a bastonate a Cutro (Crotone), altro orrore si registra a Santa Sofia. 15 i cani avvelenati in quella che sembra essere una carneficina pianificata.
A sentenziare sul destino di pacifiche bestiole, una o più mani senza scrupoli. La strage, denunciata dall’Oipa, Organizzazione internazionale protezione animali sezione provinciale di Cosenza e dal nucleo di guardie eco-zoofile (munite di decreto prefettizio con funzioni di Pg in materia di animali), sarebbe avvenuta con modalità di esche avvelenate collocate sia in proprietà private sia in territorio pubblico andando a colpire anche animali di alcune famiglie. I fatti, come rimarcato in una nota a firma della delegazione provinciale Oipa, sono stati denunciati alle autorità competenti per reato penale in materia di uccisione di animali punibile con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Il sodalizio, inoltre, ha annunciato che sosterrà tutte le procedure legali indispensabili per assicurare i colpevoli alla giustizia, chiedendo al sindaco di attuare tutte le necessarie attività per rilevare la presenza di bocconi avvelenati nel comprensorio da lui amministrato. Una scia di sangue a cui non pare esserci fine: «Facciamo un appello alla coscienza di tutti, animalisti e non, affinché non abbiano più a ripetersi questi atti barbari ed efferati nei confronti di povere anime indifese».