VIDEO | Le operazioni sono state svolte dalla Legione Carabinieri Calabria e dalla Guardia Costiera. Sono emersi fenomeni di lavoratori assunti in nero, occupazione abusiva del demanio e scarichi fognari in mare
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In un solo mese - da giugno ad oggi - sono state comminate sanzioni amministrative per un valore di un milione di euro. Sottoposti a controlli 61 siti su oltre 1.300 censiti lungo le coste calabresi: strutture ricettivo-alberghiere, stabilimenti balneari, chioschi, bar, campeggi, officine, pontili, parcheggi e depositi di imbarcazioni. Sono dati allarmanti quelli emersi nel corso di una prima fase di accertamenti eseguiti dalla Legione Carabinieri Calabria e dalla Guardia Costiera.
«Abbiamo svolto queste attività adottando un approccio differente» ha spiegato il comandante della Legione Carabinieri Calabria, Pietro Salsano. «Abbiamo svolto un censimento nei primi mesi dell'anno, individuato oltre 1.300 infrastrutture di varia natura e abbiamo iniziato a controllarli. Si è trattato di un lavoro lungo e oggi mandiamo un messaggio a tutti coloro che lavorano in Calabria sulla fascia costiera per dire di mettersi in regola. Il nostro scopo non è andare a rovinare l'economia di un territorio o impedire che siano assunte persone o allontanare i turisti ma affermare che bisogna operare nella piena legalità».
L'operazione Wave è una prosecuzione delle due operazioni Deep svolte lo scorso anno ma allargata ad altri settori. Diverse le irregolarità riscontrate: lavoratori in nero, occupazione abusiva di demanio, assenza di tracciabilità degli alimenti e scarichi fognari abusivi. Alle attività ha partecipato anche Arpacal eseguendo accertamenti su fosse biologiche e depuratori.
«La nostra attività si è concentrata sul controllo della normativa sul demanio e sotto il profilo ambientale» ha chiarito Giuseppe Sciarrone, direttore marittimo della Capitaneria di Porto. «Sulle 60 strutture controllate noi abbiamo rilevato 80 non conformità, alcune di carattere amministrativo e più di venti a carattere penale. Siamo confidenti che anche le altre strutture che non ancora non sono state sottoposte a controllo possano orientare la loro attività in conformità alle norme».
Secondo quanto emerso, in una sola struttura ricettive sarebbero stati scoperti ben 23 lavoratori in nero, pesce congelato spacciato per fresco, un campeggio che occupava abusivamente un'area demaniale di 2.600 metri, un altro ancora in una area protetta. Illeciti emersi nei 61 siti controllati sugli oltre 1.300 censiti: «Purtroppo è emersa una illegalità diffusa però bisogna tener conto che i controlli hanno riguardato appena 60 siti» ha chiarito il generale Salsano. «Noi ci auguriamo che il fenomeno non sia così esteso ma i controlli riguarderanno tutte le strutture» ha aggiunto. «Certamente ci vorrà un po' di tempo ma andremo a controllare tutti».