Vibo Valentia - “Si è trattato di un'indagine delicata, frutto del lavoro di più organi di giustizia, Squadre mobili di Vibo e di Catanzaro e Sezione criminalità organizzata, quest'ultima rafforzata nella sua consistenza organica e qualitativa che tiene i rapporti con tutti i distretti”. Queste le parole del procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo alla conferenza stampa sull’operazione “San Michele” che stamani ha portato all'arresto di Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo e Raffaele Moscato, accusati di omicidio  e alla notifica dell'obbligo di dimora ad Annunziato Patania e Michele Fiorillo,  accusati di favoreggiamento nei confronti dei primi tre.


Si è trattato, ha aggiunto il procuratore, di “un lavoro certosino, portato a termine grazie all'impegno della Polizia e che si è basato su una serie di captazioni ambientali, filmati video e controlli dei tabulati telefonici sia nei momenti antecedenti l'assassinio del boss Fortunato Patania che nelle fasi immediatamente successive”. A questo si sono aggiunti “i preziosi contributi offerti dai collaboratori di giustizia Loredana Patania, nipote del boss ammazzato in risposta all'omicidio dell'agricoltore Michele Mario Fiorillo, avvenuto due giorni prima, e di Daniele Bono”.


Lombardo ha poi evidenziato come tutti gli episodi emersi in questa indagine denominata “San Michele”, dal nome del patrono di Piscopio, frazione di residenza degli indagati, esigano “di una visione unitaria nell'ambito di una faida che ha mietuto sei morti in pochi mesi” sottolineando, in tal modo, la necessità della presenza di “giudici esperti nel settore della criminalità organizzata. Presi singolarmente – ha aggiunto unitamente all'aggiunto Giovanni Bombardieri – non si avrebbe infatti un quadro d'insieme completo”.