Quaranta nel complesso gli indagati, 168 i capi di imputazione contestati. Smantellata una presunta rete di spaccio che si estendeva dal capoluogo verso la Valle del Crati
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Sono nove le misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Cosenza su richiesta della locale Procura ed eseguite dai carabinieri, nell'ambito dell'operazione denominata Salamandra. Tre le persone finite in carcere. Si tratta di B. S., 56 anni di Montalto Uffugo; D. C. R., 43 anni di San Benedetto Ullano e M. A. 53 anni di Torano Castello. Posti invece ai domiciliari A. D. di 45 anni di Cosenza, C. G. di 42 anni di Mediglia, P. J. di 41 anni di Cosenza; M. F. di 28 anni di Torano Castello e D. L. di 32 anni di Montalto Uffugo. Per P. L. di 27 anni di Lattarico è scattato invece l'obbligo di dimora. Nel complesso sono 40 gli indagati, 168 i capi di imputazione.
I reati contestati
Un centinaio i carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza impiegati anche nella esecuzione di numerose perquisizioni domiciliari, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e dalle unità cinofile antidroga, con la copertura aerea dell’ottavo Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia. Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione i reati contestati.
Quadro indiziario granitico
Il Gip nella ordinanza cautelare ha definito il quadro indiziario come grave, univoco, concordante e persino granitico. Durante l'odierna esecuzione delle misure restrittive i militari hanno sequestrato quasi un chilo e mezzo di marijuana, tre grammi di hashish, venti funghi allucinogeni e 1.100 euro in contanti ritenuti provento di spaccio.
Il florido mercato degli stupefacenti
Le indagini dei militari dell'Arma coordinate dal Procuratore capo Mario Spagnuolo, hanno consentito di ricostruire la rete e gli intrecci di un gruppo di soggetti operanti nel sempre florido settore del commercio di sostanze stupefacenti di diverse tipologie, dalla marijuana alle coltivazioni di cannabis, dall’hashish alla cocaina e di disarticolarne i canali di approvvigionamento e smercio. Più in dettaglio, l'inchiesta ha avuto inizio nell’ottobre 2016, a seguito di una perquisizione domiciliare, quando venne tratto in arresto un giovane residente a San Benedetto Ullano, colto in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, venendo trovato in possesso di 21 grammi di cocaina, di un bilancino di precisione e di 11.780 euro in contanti, provento dell’attività di spaccio.
Rete di spaccio lungo la Valle del Crati
Il monitoraggio sui contatti dell’arrestato ha quindi permesso di individuare ulteriori articolazioni della rete di spaccio, con progressiva estensione dell’attività investigativa volta a ricostruire la catena dell’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti. sono state così scoperte diverse piazze di spaccio site nel capoluogo e nell’area urbana di Rende, ma anche in numerosi paesi della Valle del Crati, tra cui Montalto Uffugo, San Benedetto Ullano, Lattarico, Torano Castello e Bisignano.
Oltre cento episodi illeciti cristallizzati dai carabinieri
Nel corso della complessa attività d’indagine sono stati ricostruiti e cristallizzati oltre 110 episodi di spaccio o di illecita detenzione, nonché sono state documentate le attività di broker dediti al procacciamento e pusher incaricati della successiva rivendita delle sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Dagli approfondimenti investigativi sono altresì emerse le propaggini extraterritoriali delle attività di procacciamento dello stupefacente, dal momento che taluni dei maggiori indagati hanno anche intrattenuto rapporti con esponenti del reggino e della Campania, indicativi dei canali di approvvigionamento.
Le altre misure adottate
Nel corso delle investigazioni, caratterizzate da intercettazioni e da contestuali attività di osservazione, numerosi sono stati i riscontri a seguito delle attività illecite captate, tra cui arresti, denunce in stato di libertà e segnalazioni alla locale Prefettura di diversi soggetti, nonché rinvenimento e sequestro di considerevoli quantitativi di sostanza stupefacente. In particolare sono stati sequestrati 7,1 chilogrammi di marijuana, 157 grammi di hashish; 76 grammi di cocaina; 63 piante di Canapa Indiana.
L'idea della piantagione di cannabis a Rose
Alcuni indagati, per aumentare gli introiti, avevano individuato un terreno in una località rurale di Rose circondato da una folta vegetazione e pertanto di difficile individuazione, dove realizzare una coltivazione di cannabis indica. Dopo aver ordinato i semi on line ed aver atteso che germogliassero nell’appartamento di uno di loro, attraverso un dispositivo di staffetta organizzato per scongiurare eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine, veniva curato il trasporto presso il terreno in questione, provvedendo poi a tutte le operazioni necessarie alla completa maturazione delle piante. I militari dell’Arma, dopo una ricognizione dei luoghi e mirati servizi di osservazione, hanno arrestato uno dei soggetti sorpreso mentre provvedeva all’irrigazione della coltivazione.
Il corriere di farmaci col vizio della droga
Tra i risultati conseguiti durante le indagini, spicca anche l’arresto di un autotrasportatore di Torano Castello il quale, agevolato dalla propria professione di corriere di farmaci, aveva trasportato circa cinque chili di marijuana provenienti dalla zona del reggino alla volta della Campania, occultandoli all’interno di un intercapedine del furgone.
Gli altri arresti in flagranza
Durante lo sviluppo dell'inchiesta sono stati inoltre arrestati un giovane bisignanese, per detenzione ai fini di spaccio di 41 grammi di cocaina e 265 grammi di marijuana; una giovane cosentina, trovata in possesso di 56 grammi di hashish e 17 grammi di marijuana; un trentaduenne cosentino, per detenzione ai fini di spaccio di 354 grammi di marijuana e cinque di hashish.
Le estorsioni per recuperare i crediti
Nel corso delle operazioni di controllo, monitoraggio ed osservazione condotte dai carabinieri sono stati acquisiti inoltre importanti elementi di prova anche in ordine ad una serie di estorsioni commesse da alcuni degli indagati per il recupero dei crediti derivanti dalla vendita di quantitativi di sostanze stupefacenti. In particolare, uno degli indagati, per recuperare il credito derivante dalle precedenti cessioni di droga, aveva pressato un cliente-assuntore affinché gli portasse degli oggetti in oro, minacciandolo di percosse in caso di insolvenza e facendogli capire che se non avesse provveduto a saldare subito, avrebbe dovuto rendere conto direttamente ai fornitori dello stupefacente, raffigurati implicitamente come persone di maggiore caratura delinquenziale.
Lo sfruttamento della prostituzione
Altra ipotesi di reato contestata è il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione di due ragazze rumene ad opera di tre soggetti destinatari di misura e di un quarto deferito in stato di libertà. Nello specifico, la condotta posta in essere spaziava dall’attività di procacciamento di clienti alla ricerca di un immobile in cui l'attività di meretricio doveva svolgersi, al trasferimento delle donne da Montalto uffugo, dove risiedevano, a Scalea, territorio ritenuto più proficuo per la maggior presenza di turisti.