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"Safety car", come è stata ribattezzata l’operazione condotta dal comando provinciale dei carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, nasce da una “felice intuizione” del comando della stazione dei carabinieri di Gasperina, centro in provincia di Catanzaro dove sono stati denunciati i primi furti di auto, e che ha dato stura all’avvio delle indagini.
Le indagini. Appostamenti e l’analisi di filmati estratti dai sistemi di videosorveglianza cittadini hanno permesso, infatti, di inchiodare la “banda di ladri di auto”. Si tratta di venti soggetti, tutti appartenenti alla comunità rom del capoluogo, individuati dalle forze dell’ordine a causa dell’utilizzo delle stesse autovetture per recarsi nei luoghi ove venivano poi messi a segno i furti. Le auto rubate venivano occultate in luoghi ritenuti sicuri in attesa di compiere l’estorsione in danno delle vittime. I militari dell’Arma hanno così provveduto a piazzare sulle auto utilizzate dagli indagati una serie di dispositivi Gps, con cui si riusciva, da un lato, a monitorare gli spostamenti e, dall’altro, a recuperare tutte le vetture sottratte prima ancora che i malviventi riuscissero a richiedere le somme di denaro in cambio della restituzione.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti i criminali dopo aver individuato l’utilitaria di interesse forzavano l’apertura procedendo ad accensione con una centralina neutra. La vettura rubata veniva condotta lontano attraverso il meccanismo della “staffetta”. Le indagini sono andate avanti durante tutto il corso dell’estate scorsa permettendo di individuare ogni singolo componente della “banda”, operante nell’area di Catanzaro e sull’intera fascia ionica catanzarese. I furti di ben 44 autovetture sono state compiute a Catanzaro Lido, a Gasperina e a Squillace.
Luana Costa