Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Catanzaro. L’operazione antimafia aveva portato in carcere trentuno persone
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Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto dal giudice Giuseppe Valea, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per sei indagati arrestati nell’operazione antimafia “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani. Tornano in totale libertà Sasha Fortuna, 40 anni, di Vibo ma residente a Rioveggio di Monzuno, nel Bolognese (avvocati Gabriele Bordoni e Luigi La Scala), Benito La Bella, 30 anni, di Piscopio (avvocati Sergio Rotundo e Walter Franzè), Nazzareno Pannace, 30 anni, nativo di Vibo Valentia, ma domiciliato a Bologna (avvocato Giuseppe Di Renzo), Francesco Tassone, 41 anni, di Vibo Valentia (avvocato Giuseppe Di Renzo). Annullata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per Salvatore Vita, 44 anni, di Vibo Marina (avvocato Sergio Rotundo) e Francesco D’Ascoli, 48 anni, di Vibo Marina (difeso pure lui dall’avvocato Sergio Rotundo). Vita e D’Ascoli non lasceranno tuttavia il carcere poiché detenuti per altri procedimenti.
A Sasha Fortuna viene contestato il reato di associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, in «procinto di ricevere la dote di sgarrista con compiti anche nel reperimento e trasporto, custodia e occultamento di armi e munizioni per il sodalizio». Gli viene poi contestato il reato di estorsione mafiosa ai danni del titolare della palestra Egofitness di Vibo (contro la palestra è stato fatto esplodere un ordigno esplosivo per favorire, secondo l’accusa, l’attività concorrente di Michele Fortuna, padre di Sasha). Contestazione anche per la detenzione illegale dell’ordigno esplosivo. A Benito La Bella viene contestato il reato di associazione mafiosa con l’accusa di far parte del clan dei Piscopisani in qualità di persona di fiducia di Rosario Fiorillo, alias “Pulcino”. Gli viene poi contestata l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (oltre a singoli episodi di spaccio di stupefacenti) e il concorso in estorsione aggravata dalle finalità mafiose ai danni del commerciante Rosario la Bella.
L’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti viene contestata anche a Francesco Tassone e Nazzareno Pannace che avrebbero fatto parte della sotto-articolazione bolognese con a capo Sasha e Davide Fortuna. A Francesco D’Ascoli e Salvatore Vita viene poi contestato il concorso in estorsione, aggravata dalle modalità mafiose, nei confronti del titolare dell'esercizio commerciale “Il Gabbiano” di Vibo Marina esigendo in due distinti episodi, prima diecimila e poi cinquemila euro l’anno. Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame ha annullato e rimesso in libertà Mario Loiacono, Pieluigi Sorrentino e Maria Concetta Fortuna. L'inchiesta "Rimpiazzo" è coordinata dalla Dda di Catanzaro con indagini sul campo ad opera della polizia.
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