Ariosto Artese e Giuseppe Bartucci ottengono un provvedimento favorevole dalla Corte di Cassazione. Gli ermellini, sesta sezione penale, hanno annullato le due ordinanza cautelari del Riesame di Catanzaro, disponendo un nuovo giudizio per entrambi.

Artese, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e dal prof. Alessandro Diddi, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’imprenditore, operante nel settore dei call center, è anche vittima del presunto clan degli “zingari” di via Popilia. Insomma, una vicenda alquanto equivoca che la Cassazione, ascoltando le ragioni degli avvocati Acciardi e Diddi, intende approfondire con un secondo provvedimento del Riesame di Catanzaro.

Bartucci, invece, risponde di associazione mafiosa. In questo caso la Dda di Catanzaro ritiene che l’imprenditore sia uno degli “uomini di fiducia” di Mario “Renato” Piromallo, a sua volta soggetto vicino al boss Francesco Patitucci, presunto capo della confederazione mafiosa cosentina. Pure per Bartucci il ricorso, presentato dagli avvocati Luca Acciardi e Nicola Carratelli, è andato a buon fine. Ora il Riesame dovrà rivalutare gli elementi indiziari e giungere a una nuova conclusione al fine di inquadrare nel modo più corretto le condotte di Ariosto Artese e Giuseppe Bartucci.

Scarcerazione immediata per Benvenuto

La Cassazione dispone un’altra scarcerazione immediata dopo quella di Eugenio Satiro. Stavolta tocca a Gianluca Benvenuto lasciare il carcere di Taranto dopo oltre sette mesi in cella. Gli ermellini infatti hanno accolto in toto il ricorso presentato dagli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiani, i quali hanno sostenuto davanti alla sesta sezione penale, la mancanza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine alla presunta partecipazione all’associazione mafiosa unitaria di Cosenza.

Secondo la Dda di Catanzaro, Gianluca Benvenuto sarebbe vicino al clan degli “zingari” di via Popilia, avendo partecipato, nella fase in cui i pm antimafia indagavano su Cosenza, alla presunta presunta associazione mafiosa, essendo vicino alla famiglia Abbruzzese “Banana”, in qualità di finanziatore del gruppo. Accuse che secondo la Cassazione non trovano fondamento indiziario. Così i giudici di legittimità hanno scarcerato Gianluca Benvenuto. La procura generale aveva chiesto l’inammissibilità del ricorso.