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«Operazione importante sia per il numero di persone coinvolte che per i 215 capi di imputazione che sono stati contestati». Il procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo non ha usato giri di parole per commentare l’operazione che ha sgominato una organizzazione dedita allo spaccio di droga a Cosenza. L’indagine è partita dalla denuncia di una mamma che ha segnalato l’attività di spaccio del figlio.
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Il procuratore Spagnuolo ha sottolineato il proficuo lavoro condotto con il coordinamento del procuratore aggiunto Manzini e del sostituto Cozzolino. Per Spagnuolo emerge «un quadro devastante: c’è una criminalità liquida impressionante che finisce per condizionare la vita di questa città. Questo è un problema: Cosenza non è un’isola felice e merita un intervento di tipo preventivo. C’è una criminalità – ha detto Spagnuolo – che commette reati alla luce del sole. Sarebbe utile se strutture all’interno delle istituzioni facessero prevenzioni e non convegni. E’ questo un piccolo sfogo. Abbiamo il sentore – ha concluso – che c’è una larga fetta di cittadini che vive situazioni di disagio ma non lo dice. In questo caso è stata fondamentale l’attività delle forze dell’ordine e dei magistrati che sono riusciti a ottenere la collaborazione anche degli assuntori».
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«Molti degli indagati sono ragazzi di venti anni e questo deve fare riflettere. In questa attività è emerso lo spaccio di tutte le sostanze stupefacenti e questo spinge a commettere altri reati. Da questa indagine viene fuori una fotografia allarmante». Ad affermarlo è il procuratore aggiunto Marisa Manzini, intervenuta in conferenza stampa. Il sostituto procuratore Cozzolino ha prima ringraziato i carabinieri per il lavoro svolto anche fuori dall’orario di lavoro.
«L’origine dell’indagine – ha affermato Cozzolino – è piuttosto anomala: una mamma sospettando sull’attività di spaccio del figlio lo denuncia permettendo di dare il via alle indagini. C’è inoltre una diffusione della sostanza stupefacente su tutto il territorio. Per alcuni il traffico di droga è fonte di sostentamento perché quando venivano arrestati continuavano a spacciare da casa. C’è un indagato che durante il periodo della detenzione con l’aiuto di un complice riscuoteva il compenso dello spaccio. Poi c’è anche il fenomeno della detenzione di armi ed estorsione. Alcuni degli indagati ha fatto ricorso alla violenza, come l’incendio di un motorino o un pestaggio. Li abbiamo assistito in diretta al pestaggio violento perché c’era una attività di captazione in corso. C’è una miriade impressionante di furti. C’erano anche più furti nella stessa giornata. Molti arrestati – ha proseguito Cozzolino – sono giovani ma altri hanno una caratura criminale con reati di associazione mafiosa e accuse di omicidio. Ma non emergono legami con la criminalità organizzata». E a proposito del giro di soldi «ogni grammo di cocaina si aggirava sul prezzo di 80-100 euro».
Francesco Pirillo