«L' operazione “Jonny” condotta dalla squadra mobile di Crotone e Catanzaro dai Carabinieri del ROS e del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Catanzaro e Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Crotone frutto di un lavoro investigativo coordinato magistrati della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro conferma ulteriormente l’avvenuta trasformazione della ‘ndrangheta, che , pur continuando ad interessarsi dei suoi vecchi affari  oggi ha a disposizione colletti bianchi in grado di aprire le porte di nuove frontiere, in questo caso  quello del “business migranti”, dove i soldi destinati dallo Stato per l’accoglienza  finivano dritti dritti nella “bacinella” del clan Arena».

E’ il commento di Daniela Fazio, del coordinamento provinciale Libera di Catanzaro. L’operazione ha confermato ancora una volta che Catanzaro non è un’isola felice, gli inquirenti parlano di un «diffuso sistema estorsivo» nel capoluogo e nella fascia ionica della provincia catanzarese.

«L’operazione – aggiunge - ha messo in luce come il clan Arena avesse monopolizzato il business delle estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed  ha indicato quanto l’interesse mafioso sia forte verso le grandi movimentazioni di denaro pubblico che passano attraverso relazioni pericolose con imprese del territorio. Siamo sempre più convinti che sia necessario costruire comportamenti responsabili, fondati in primo luogo sull’assenza di ogni promiscuità».

«La forza dimostrata dallo Stato nell’esercizio delle sue funzioni è sotto gli occhi di tutti, ora è necessario che i cittadini facciano la loro parte. Siamo fermamente convinti che il grandissimo lavoro svolto dalla procura di Catanzaro deve essere accompagnato contemporaneamente da un vero rinascimento etico, è  il momento, soprattutto, per gli imprenditori di denunciare, senza timore e con piena fiducia nelle autorità inquirenti, i soprusi, le collusioni e le violenze attraverso cui la ‘ndrangheta pensa di poter continuare a mortificare la libertà e il benessere della nostra comunità . È il momento per i calabresi – conclude - di uscire da questo sistema vessatorio, è il momento di comprendere che rispettare le regole non è soltanto giusto, ma che pretendere il rispetto dei propri diritti è infinitamente più vantaggioso che essere soggiogato da un regime imperniato sulla  violenza e sul favore».