E' comparso questo pomeriggio davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Catanzaro don Edoardo Scordio, l'ex parroco di Isola Capo Rizzuto finito in carcere lo scorso 15 maggio nell'ambito dell'operazione 'Jonny' con l'accusa di associazione mafiosa ed in particolare di essere l'ideatore del piano per distrarre i fondi provenienti dalla gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto a favore della cosca Arena.

 

Don Scordio ha parlato per due ore ribadendo la sua estraneità ai fatti contestati. Ha ricordato di aver sempre operato per l'assistenza dei migranti e per il bene della comunita' di Isola Capo Rizzuto: "Ho fatto tutto per il popolo di Isola" ha ripetuto ai giudici. Il parroco ha anche ricordato le sue battaglie contro la mafia elencando le iniziative svolte contro la criminalita' organizzata dalla chiesa di Isola Capo Rizzuto.

 

I suoi difensori, gli avvocati Tiziano e Mario Saporito, hanno fatto rilevare alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, sottolineando come alcune intercettazioni utilizzate contro don Scordio assumano un senso completamente diverso se ascoltate integralmente. Nel chiedere l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sacerdote, la difesa ha evidenziato l'insussistenza delle eccezionali esigenze per motivare la detenzione del parroco (ultrasettantenne) nel carcere di Vibo Valentia. Per lunedi' e' attesa la decisione del Riesame. (AGI)