Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Confindustria Vibo Valentia, nell'apprendere, dalla lettura di taluni articoli apparsi su alcuni organi di stampa, notizie che la vedrebbero coinvolta, seppure indirettamente, in vicende relative all'operazione "Ecosistema", dichiara la sua totale estraneità a quanto riportato e rigetta ogni coinvolgimento in fatti o circostanze in essa ricondotte».
È questo l’incipit di una nota diffusa dall’associazione degli industriali vibonesi in seguito all’operazione antimafia “Ecosistema”, coordinata dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 14 persone tra imprenditori, dirigenti pubblici e amministratori locali, tra cui l’amministratore unico dell’azienda Ased, operante nel settore dei rifiuti, Rosario Azzarà. Dalle risultanze investigative emergono riferimenti ad un presunto progetto che mirava a costituire una sezione “Ambiente” in seno alle rappresentanze provinciali di Confindustria di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Da Reggio a Vibo: l’impero di Azzarà e il progetto con Confindustria
Proprio in relazione a tale circostanza, «nel ribadire la totale insussistenza di qualunque coinvolgimento dell'associazione a qualsivoglia ragione o titolo ed in totale assenza di qualsiasi rapporto associativo attuale e pregresso con le aziende di cui trattasi» e «non essendo neppure pendenti domande di iscrizione», Confindustria Vibo Valentia dichiara «con estrema fermezza di non essere a conoscenza, ne tantomeno aver contribuito ad alcun ipotetico “progetto”. Ne sia mai stata neppure ipotizzata, e tantomeno attuata, alcuna attività ricondotta o riconducibile alle questioni inerenti le vicende riportate nei citati articoli».
L’ammissione di Azzarà: «Meno male che ci sono gli Iamonte!»
Confindustria, dicendosi, ancora, «certa e sostenitrice dell'inviolabile ed infungibile funzione svolta dagli organi di informazione», invita gli stessi a «prestare la massima attenzione, specie nella stesura della titolazione degli articoli, tale da garantire che le esigenze di comunicazione e di sintesi non si prestino, neppure incidentalmente, a possibili interpretazioni fuorvianti che possano compromettere l'onorabilità della scrivente e l'autorevolezza della testata».