Cadono le accuse nei confronti dei cinque imputati tra cui l’ex allenatore e direttore sportivo del Sambiase e il presunto boss Pietro Iannazzo
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Si è concluso davanti al Tribunale Collegiale di Palmi il processo Dirty Soccer, iniziato nel 2015, che ha coinvolto numerosi attori nel mondo del calcio, accusati di manipolazione dei risultati e combine finalizzate alle scommesse sportive. L'indagine, originata dalla Dda di Catanzaro, si è estesa su tutto il territorio nazionale.
“Dirty soccer”, dodici richieste di rinvio a giudizio
Nel troncone di Palmi, erano imputati Pietro Iannazzo (difeso dall'avvocato Renzo Andricciola), Antonio Mazzei (difeso dall'avvocato Renzo Andricciola), Riccardo Petrucci (difeso dagli avvocati Marcello Manna e Giuseppe Manna), Francesco Piemontese (difeso dagli avvocati Giuseppe Manna e Riccardo Panno) e Salvatore Calidonna (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Giuseppe Mastroianni). L'accusa, in questo caso, includeva l'aggravante di metodo mafioso, basandosi su intercettazioni telefoniche. La partita in questione era quella tra Palmese e Paolana, presumibilmente combinata per favorire il Sambiase, risultato poi divergente dall'ipotesi accusatoria. Nonostante Iannazzo fosse già stato assolto dal Tribunale di Cosenza per la stessa ipotesi di reato, tutti gli imputati hanno ricevuto l'assoluzione da parte del Tribunale di Palmi.
L'Operazione "Dirty Soccer"
L'operazione "Dirty Soccer", avviata nel maggio 2015, ha portato al fermo di 50 persone, mentre altre 70 sono state indagate in libertà. Secondo la DDA di Catanzaro, sarebbero state organizzate combine di partite di calcio dei campionati di Lega Pro e Lega D nella stagione 2014-15, coinvolgendo giocatori, allenatori e direttori sportivi al fine di manipolare i risultati per trarne profitto dalle scommesse. Da allora, sono stati avviati diversi processi, sia nel mondo dello sport che in ambito giudiziario, con varie indagini in corso su tutto il territorio nazionale.