Il politico era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nella maxi inchiesta eseguita dalla Dda di Catanzaro nel 2017
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Nessun ricorso da parte della procura. Passa così in giudicato la sentenza di assoluzione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Pasqualino Ruberto, politico lametino, già presidente di Calabria Etica e candidato a sindaco di Lamezia Terme.
Ruberto, difeso dagli avvocati Murone e Spinelli, era stato coinvolto nell’operazione Crisalide scattata il 23 maggio 2017 e coordinato. Nel 2019 era stato assolto “perché il fatto non sussiste”.
«Apprendo ora dell’irrevocabilità della mia assoluzione, con la formula perché il fatto non sussiste, per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, che mi era stato contestato nel processo Crisalide – afferma Pasqualino Ruberto -. La notizia mi riempie di gioia e di soddisfazione, perché ho sempre creduto che la giustizia avrebbe riconosciuto la mia totale estraneità a fatti indicativi di connivenza con la criminalità organizzata».
«Sono e sempre sarò un fiero oppositore ad ogni forma di collusione con ambienti malavitosi e contro ogni forma di malaffare. Ringrazio – aggiunge - i miei affetti familiari più cari, i miei amici per la vicinanza, il calore e la solidarietà che mi hanno manifestato in questi anni, sulla base della loro incondizionata certezza della mia innocenza. Ringrazio i miei avvocati Giuseppe Spinelli e Mario Murone, che in questi anni hanno condiviso con me il fardello della mia vicenda processuale».
«Esprimo la mia ferma convinzione che la professionalità della autorità giudiziaria, requirente e giudicante, quale si è manifestata nei miei confronti, costituisca genuina garanzia dei diritti dei cittadini, nonché ragione fondativa della mia piena ed indiscussa onorabilità. Il mio pensiero finale – conclude - non può che essere rivolto ai miei genitori, che da lassù hanno visto trionfare la verità per il loro amato figlio».
L’inchiesta Crisalide, pietra miliare dello scioglimento del Comune di Lamezia Terme, ha tratto origine da un’indagine del Nucleo Investigativo di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme.
I militari del Comando provinciale dei Carabinieri di Catanzaro diedero ad un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 52 affiliati alla cosca 'ndranghetista Cerra-Torcasio - Gualtieri attiva nella piana di Lamezia, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina.