La Corte di Cassazione ha definitivamente annullato l’ordinanza del Tribunale della Libertà e del Gip di Catanzaro, con cui si confermava il carcere nei confronti di Salvatore Macrì, così disponendo la sua immediata liberazione se non detenuto per altra causa.

L’imputato, difeso dall’avvocato Antonio Lomonaco, era finito in carcere insieme ad altre 17 persone nell’ambito dell’operazione denominata “Big Bang”, istruita dalla distrettuale distrettuale antimafia di Catanzaro contro una presunta organizzazione criminale operante tra Cutro e San Leonardo di Cutro che avrebbe imposto un controllo mafioso sul territorio compreso tra Cropani e Sellia Marina.

Gli indagati sono accusati a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Si tratta del secondo annullamento pronunciato dalla Suprema Corte di Cassazione nei confronti di Salvatore Macrì.

Già lo scorso giugno infatti era stato accolto un primo ricorso avanzato dall’avvocato Antonio Lomonaco con il quale si disponeva un nuovo giudizio di fronte al Tribunale della Libertà per meglio valutare le dichiarazioni rese dalla presunta vittima di estorsioni. In sede di rinvio, il Tribunale della Libertà aveva nuovamente confermato la custodia cautelare in carcere ritenendo assolutamente credibile il denunciante.

Oggi in accoglimento dei nuovi motivi di ricorso proposti dalla difesa, la Cassazione ha definitivamente annullato il provvedimento cautelare, senza disporre alcun ulteriore giudizio. Nel dicembre scorso il Gip di Catanzaro aveva condannato Salvatore Macrì, insieme ad altri imputati, alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione. Il suo difensore ha già anticipato la volontà di appellare la sentenza di condanna anche alla luce del provvedimento favorevole ottenuto oggi.