Reggio Calabria - Mezzo chilo di eroina al giorno per un compenso di 15mila euro. Sono questi i numeri del traffico di sostanze stupefacenti sgominato, questa mattina, dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta da Francesco Rattà e dagli agenti del Commissariato di Condofuri guidati da Enrico Palermo e che ha portato in carcere 23 persone e 5 ai domiciliari. Un giro vastissimo che aveva come base operativa Melito Porto Salvo e da lì si muoveva ad Africo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni.


A capo dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’erano Rocco Mandalari, 42 anni, detto ”u piciaru”, l’albanese Amarildo Canaj, 34 anni, Leonardo Marino, 48 anni. L’indagine è iniziata nel 2009 quando gli agenti del commissariato di Condofuri, arrestano Mandalari e Marino perchè trovati in possesso di circa 40 grammi di eroina all’interno del circolo ricreativo Aics Arcipesca Fisa di Melito Portosalvo che i due gestivano in società. Secondo la polizia, però, Marino, nonostante fosse detenuto, ha continuato ad operare nel settore del narcotraffico attraverso la moglie Caterina Ierardo (36). Dopo l’arresto del marito, infatti, la casa di Caterina Ierardo era diventata la nuova base logistica del gruppo criminale.


Dalle indagini è emerso che l'organizzazione si riforniva di droga, anche 50 grammi per volta, ad Africo. La sostanza stupefacente veniva poi nascosta in luoghi ritenuti sicuri di Melito Porto Salvo, nei pressi di un supermercato o nel sottopasso ferroviario, per poi prelevarla al momento del bisogno e consegnata alla rete di spacciatori. “Nell'arco di una giornata abbiamo registrato anche quindici, venti cessioni di dosi che arrivavano fino a trenta grammi. Il prezzo di mercato per un singolo grammo di eroina va dai venticinque ai trenta euro” ha spiegato il dirigente del commissariato di Condofuri, Enrico Palermo. 

 

La rete di spacciatori messa in campo dal gruppo criminale è stata smantellata grazie anche alle intercettazioni telefoniche decifrate dagli uomini della polizia. Era, infatti, attraverso frasi in codice ed espressioni allusive come “stasera ci vediamo a cena” o “stasera vieni a mangiare da me” che comunicavano gli spacciatori.


“I nostri investigatori – ha detto il dirigente della Mobile Francesco Rattà – sono stati in grado di comprendere il codice estremamente ciptico usato da spacciatori e clienti”. “Gli spacciatori stabilivano – ha continuato Rattà – preventivamente con gli acquirenti luoghi d'incontro e i quantitativi delle cessioni di sostanza stupefacente. Anche uno squillo era sufficiente per far capire all'interlocutore cosa fare e dove andare. In caso di variazioni del programma, bastava un messaggio e gli accordi venivano subito rettificati”.


“Si tratta di un'operazione importante – ha voluto sottolineare il questore di Reggio Calabria Guido Longo – perché dimostra che l'eroina è ancora in circolazione e continua a mietere vittime. Tutte le droghe sono estremamente pericolose, ma l'eroina è deleteria per la gioventù anche perché la rende un enorme bacino di utenza per la 'ndrangheta. Chi ha bisogno di eroina, si presta a qualsiasi cosa”.


“Si tratta di una rete ampia e consolidata – ha dichiarato il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero De Raho – in grado di gestire una florida attività di spaccio e con numerosissimi clienti”. Una rete di "venditori di morte" che – secondo quanto emerso dalle indagini- avrebbero causato il decesso di almeno uno dei loro clienti, Mario Negro, morto per overdose, il 25 Aprile 2010, dopo aver fatto uso di una dose comprata da Mandalari e Marino. Un organizzazione criminale che oggi è stata smantellata anche grazie all’ausilio dei commissariati di Villa San Giovanni, Gioia Tauro e Siderno, i Reparti prevenzione crimine "Calabria Meridionale" e "Sicilia", le squadre mobili di Milano e Piacenza, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato e della Direzione centrale servizi antidroga.