Richiesta di rinvio a giudizio da parte della Dda di Catanzaro (pm Debora Rizzo e Stefania Paparazzo) per i 37 indagati coinvolti nell’operazione Anteo scattata nel maggio dello scorso anno. Si tratta di:

  • Emanuele Mancuso, 34 anni, di Nicotera, attuale collaboratore di giustizia;
  • Nensy Vera Chimirri, 30 anni, originaria di Capistrano;
  • Daniele Cortese, 32 anni, di Capistrano;
  • Antonio Cuturello, 32 anni, di Limbadi;
  • Fortunato De Masi, 47 anni, di Simbario;
  • Mirco Furchì, 29 anni, di Mandaradoni di Limbadi;
  • Clemente Selvaggio, 27 anni, di Vibo Valentia;
  • Giuseppe Soriano, 31 anni, di Pizzinni di Filandari.
  • Raffaele Andreacchio, 1978, Guardavalle;
  • Ernesto Bertucci, 1980, Soverato;
  • Anthony Salvatore Catanzariti, 1996, Olivadi;
  • Vito Chiefari, 1985, Torre di Ruggiero;
  • Giuseppe Corapi, 1983, San Sostene;
  • Antonio Corrado, 1968, Chiaravalle Centrale;
  • Damiano Fabiano, 1991, Cardinale;
  • Francesco Fabiano, 1996, Chiaravalle Centrale;
  • Giuseppe Fabiano, 1984, Centrache;
  • Domenico Giorgi, 1996, Benestare;
  • Domenico Giorgio, 1980, Chiaravalle Centrale;
  • Luciano Iozzo, 1963, Chiaravalle Centrale;
  • Salvatore Macrì, 1988, Canada;
  • Giuseppe Marco Marchese, 1988, Chiaravalle Centrale;
  • Michele Matarese, 1976, Montepaone;
  • Gianluca Minnella, 1995, Bovalino
  • Mirko Pironaci, 1985, Montepaone;
  • Antonella Procopio, 1986, Centrache;
  • Bruno Procopio, 1991, Ardore;
  • Santino Procopio, 1983, Centrache;
  • Antonio Puntieri, 1990, Olivadi;
  • Roberto Venuto, 1978, Olivadi;
  • Antonio Chiefari, 1951, Torre di Ruggiero;
  • Gregorio Corrado, 1989, Centrache;
  • Vincenzo Manno, 1990, Amaroni;
  • Agostino Graziano Mantello, 1980, Torre di Ruggiero;
  • Giovanni Rauti, 1981, Torre di Ruggiero;
  • Antonio Rei, 1990, Chiaravalle Centrale.

Richiesta di rinvio a giudizio anche per Rocco Caruso, 57 anni, nativo di Serra San Bruno, carabiniere a San Vito sullo Jonio ed attualmente sospeso dal servizio.

I reati contestati

Le accuse a vario titolo sono quelle di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi anche clandestine e da guerra, detenzione di materiali esplodenti e furto. In particolare. Il basso ionio catanzarese era divenuto, secondo la ricostruzione della Procura, uno snodo nevralgico per il traffico di stupefacenti proveniente dalla provincia di Reggio Calabria e dal Vibonese.

L’indagine ha riguardato in particolare il territorio del Soveratese e i comuni di Chiaravalle Centrale, Gasperina, Petrizzi e Cardinale divenuti mete strategiche nelle rotte del traffico di stupefacenti.
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