Sanno solo che è morto al lavoro, che sarebbe stato colpito e schiacciato dalla grossa cima di un albero che stava tagliando, a Cellara, nel Cosentino, ma cosa sia veramente accaduto a Ionel Schipor, a quasi due settimane dalla tragedia, è ancora un mistero fitto per i suoi familiari. A dare la notizia è lo Studio3A-Valore, team di avvocati e periti a cui la famiglia si è affidata per andare in fondo a quanto accaduto.

Schipor, fanno sapere dallo studio, aveva solo 33 anni, era originario della Romania, dove ha lasciato i genitori e diversi fratelli, ma era immigrato e viveva da tempo in Italia, dove si era sposato, aveva messo su famiglia e abitava, a Fagnano Castello, nel Cosentino. Era regolarmente assunto come operaio, dal gennaio 2021, da un’impresa di Figline Vigliaturo che si occupa di coltivazioni agricole associate all’allevamento di animali e anche ad attività boschive legate al legname.

Colpito alla testa da una cima caduta da diversi metri

Secondo quanto ricostruisce lo studio, venerdì 14 maggio l’uomo era impegnato per conto della sua azienda nel taglio di alcuni alberi in un’area a bosco nel territorio comunale di Cellara, ma qui per la moglie, sua connazionale, inizia il buio quasi totale. Stando alle frammentarie notizie ricevute, per lo più dai carabinieri della stazione di Mangone, attorno alle 11 Schipor sarebbe stato travolto dalla cima di un albero precedentemente abbattuto che si sarebbe spezzata durante il taglio di un’altra pianta vicina a cui la prima era rimasta appoggiata, e che gli sarebbe caduta sulla testa da svariati metri di altezza.

Riferisce ancora lo studio: «I colleghi presenti hanno immediatamente chiamato il datore di lavoro ma, con una decisione incomprensibile, anziché allertare subito i soccorsi e l’ambulanza, il titolare avrebbe mandato in loco un fratello, il quale avrebbe caricato in macchina il povero operaio in fin di vita trasportandolo all’ospedale Annunziata di Cosenza, dove però Schipor è arrivato già morto, spirato, durante il tragitto, a causa dei gravissimi traumi da schiacciamento riportati».

La Procura di Cosenza, attraverso il pubblico ministero Margherita Saccà, fa sapere lo studio, ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo.

La salma ancora in attesa all'obitorio

La moglie del giovane operaio non ha ancora ricevuto il nulla osta per poter procedere con il rimpatrio in Romania della salma, ricomposta nella camera mortuaria dell’Annunziata e ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, la quale però non ha notificato nulla ai familiari in merito ad un’eventuale perizia autoptica. Né la famiglia ha ricevuto altre comunicazioni e non è a conoscenza delle indagini effettuate o disposte.

«Oltre a chiarire cosa sia effettivamente successo – sottolineano dallo studio legale – andrà ben accertato anche se quell’attività boschiva sia stata svolta nel rispetto di tutte le misure e i presidi di sicurezza previsti e se l’azienda abbia fornito ai suoi dipendenti, per effettuarla, i macchinari e le attrezzature necessari, oltre all’altrettanto fondamentale formazione degli addetti».