Ammonterebbe a circa 7 milioni di euro il presunto profitto illecito incassato da alcune organizzazioni senza scopo di lucro che si occupano dell'accoglienza dei migranti. Il particolare emerge dall'inchiesta “Fake onlus”, coordinata dai pm di Milano Boccassini e Prisco e condotta dalla Gdf di Lodi, che ha portato ad undici arresti per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e autoriciclaggio.

Le onlus coinvolte sarebbero quattro ed avrebbero tra l'altro utilizzato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici per ottenere fondi destinati all'accoglienza di centinaia di migranti. 

L'indagine

Le stesse risultano collegate «a noti pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta» e sarebbero state utilizzate per consentire a persone recluse di «accedere ai benefici di legge attraverso l'assunzione presso le predette cooperative». Come spiegato durante la conferenza stampa di questa mattina presso il Nucleo di polizia economico finanziaria di Milano, le onlus sarebbero state infatti «sfruttate per fare ottenere ai reclusi, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza». 

L'indagine, che vede impegnati oltre cento finanzieri, nasce dall'analisi delle movimentazioni bancarie sui conti correnti intestati ad un consorzio di società cooperative onlus che opera nella gestione dell'emergenza migranti. L'inchiesta ha permesso di smantellare una presunta associazione a delinquere «dedita alla fraudolenta partecipazione a gare pubbliche indette dalle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia per la gestione dei flussi migratori». In particolare, le onlus indagate «dal 2014 al 2018, a fronte dei bonifici ordinati dai citati Uffici Territoriali del Governo in conseguenza degli appalti aggiudicati, hanno ottenuto illecitamente 7.497.256,26 euro di cui 4.586.981,27 utilizzati per scopi personali dai rappresentanti legali delle medesime onlus». Come emerso, i rappresentanti legali delle onlus al centro dell'inchiesta avrebbero utilizzato per «scopi personali» oltre 4,5 milioni di euro dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente.