Resta in carcere Giuseppe Olivieri. Lo ha deciso il gip di Vibo Valentia Alberto Filardo che ha convalidato il fermo emesso dal pm Ciro Luca Lotoro e contestualmente ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Stamani l’indagato, durante l’interrogatorio di convalida, ha ammesso di aver ucciso Francesco Timpano, freddato il 12 agosto scorso al lido “gabbiano” di Nicotera Marina sotto gli occhi della moglie e davanti a numerosi bagnanti. Olivieri, che si è costituito ai Carabinieri lunedì, è assistito dal legale Francesco Schimio. «La confessione- scrive il gip nell’ordinanza- per quel che riguarda l’uccisione del Timpano, appare coerente e attendibile. Non vi è motivo allo stato, di dubitare in ordine alla consistenza degli indizi e delle prove in merito alla responsabilità dell’indagato in ordine ai reati contestati. Perplessità non chiarite, chiosa il giudice, permangono invece sulla modalità di acquisizione della disponibilità dell’arma e sulla latitanza durata alcuni giorni». Olivieri infatti, ha dichiarato durante l’interrogatorio di non essere stato aiutato da nessuno, e di essersi nascosto da solo per una settimana fra le campagne. Dichiarazioni queste che non hanno convinto né il giudice né il pm Lotoro. Come non hanno convinto quelle riguardante il movente dell’omicidio. Olivieri ha infatti, riferito di aver ucciso per “ paura” e non con premeditazione. Stando al suo racconto Olivieri sarebbe stato intimorito dal Timpano ed è per questo che avrebbe fatto fuoco. Inoltre, l’indagato ha riferito che l’uccisione del Timpano non è da collegare con i delitti perpetrati invece, dal fratello. Per la Procura però, il delitto si incastra nel disegno di vendetta ordito da Francesco Olivieri, alias Ciko, che l’undici maggio scorso ha ucciso a Nicotera, Michele Valerioti e Giuseppina Molles. Una vera e propria mattanza che doveva vendicare la morte del fratello Mario, ammazzato nel 1997 e per cui gli Olivieri erano convinti fosse stato ordinato proprio dalla Mollese, come “risposta” al precedente omicidio del figlio Ignazio Gaglianò. Adesso quindi Giuseppe Olivieri resta dietro le sbarre ma, le indagini dei Carabinieri di Vibo, in ordine al delitto Timpano continuano. Tanti sono i punti ancora da chiarire e soprattutto si cercano nomi, volti e responsabilità dei fiancheggiatori del presunto killer.