«Certamente la droga può essere uno dei moventi ma su questo bisogna comprendere meglio. Ne è riprova anche il fatto che  il mandante è stato trovato con 400 grammi di hashis ieri quindi verosimilmente c’è anche questo». È un omicidio premeditato, maturato negli ambienti di spaccio della droga secondo il questore di Crotone Massimo Gambino che conferma lo stretto legame tra la criminalità crotonese e catanzarese quello di Giovanni Tersigni, il 36enne ucciso a colpi di pistola la sera del 7 settembre scorso in piazza Albani, in pieno centro a Crotone. 

 

Squadra Mobile e Procura della Repubblica pitagorica hanno chiuso il cerchio sul fatto di sangue con l’arresto di altre quattro persone dopo quello di Paolo Cusato, 30enne crotonese già noto alle forze dell’ordine, incastrato dalle immagini di videosorveglianza mentre gettava su un tetto una busta con all’interno la pistola utilizzata per l’agguato. Ma Cusato non ha agito da solo. Insieme a lui c’erano anche Cosimo Berlingeri, 28 anni, ritenuto dagli inquirenti esecutore materiale del delitto, e Cosimo Damiano Passalacqua, 23 anni, entrambi provenienti dalla principale piazza di spaccio del capoluogo di regione gestita dalla comunità rom, viale Isonzo. E ancora il 29enne crotonese Francesco Oliverio, individuato come mandante essendoci tra lui e la vittima dei profondi attriti maturati probabilmente nel periodo di codetenzione, e il 22enne bulgaro Dimitrov Todorov, già detenuto dalle prime ore successive all’omicidio per il reato di detenzione e spaccio di droga.

La banda criminale

Ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso come ha spiegato in conferenza stampa il capo della Squadra mobile di Crotone Nicola Lelario: «Cusato ha avuto sicuramente un ruolo determinante nella fase della fuga; Cosimo Berlingeri per noi è il soggetto che materialmente ha sparato. Oliverio ricopre il ruolo di mandante. Passalacqua è stato presente fisicamente e il suo atteggiamento di travisarsi e non aver mai avanzato alcun gesto di resistenza a quello che era il proposito che stava maturando in quel momento ci porta a dire che lui sia pienamente coinvolto. Infine c’è la figura di Todorov che in qualche modo ha avuto un ruolo determinante sia nella fase preparatoria sia in quella successiva avendo materialmente prelevato, insieme con Oliverio e Cusato, i soggetti che sono venuti da Catanzaro a Crotone nella tarda mattinata  per poi riaccompagnarli subito dopo l’omicidio».

 

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