Un lavoro stabile, un matrimonio apparentemente felice, lungo oltre venticinque anni. Due figli: uno, Mario, impiegato all’aeroporto di Pisa, l’altra, Alessia, appena diciottenne. Venerdì avrebbe dovuto sostenere la prova orale degli esami di maturità al liceo scientifico Pitagora di Rende.

Un quadro familiare perfetto, nel quale però, improvvisamente, qualcosa si è incrinato. Tanto da spingere Giovanni Petrasso, 53 anni, assistente capo della polizia penitenziaria impiegato al carcere di Cosenza, a puntare contro la moglie Maria Grazia Grosso la sua pistola d’ordinanza.

Lei ha provato a rifugiarsi in bagno, ma non ha avuto scampo. Il marito le ha scaricato addosso cinque proiettili sotto gli occhi della figlia Alessia. Il padre le ha detto di chiudersi in camera, poi si è tolto la vita. La tragedia si è consumata a Montalto Scalo, in via Alessandro Volta. E’ stata la ragazza, sconvolta, a chiamare i soccorsi. Prima il 118, poi il 112. Sul posto è giunto anche l’elisoccorso nella speranza che l’uomo fosse ancora in vita. I sanitari invece, non hanno potuto che constatarne la morte.

Sul posto i carabinieri della compagnia di Rende agli ordini del capitano Maieli ed il magistrato di turno Antonio Bruno Tridico. Il movente potrebbe essere di tipo passionale. A quanto pare la coppia da tempo non era più in sintonia. I malesseri erano frequenti. Secondo alcune indiscrezioni la donna, 48 anni, meditava la separazione. Nulla però aveva fatto presagire la tragedia.

 

Il boato dei proiettili ha richiamato l'attenzione dei vicini di casa. Inizialmente tutti avevano pensato ad un incidente stradale. Sotto shock la comunità. Moltissimi i parenti residenti nelle immediate vicinanze. La tragedia si è consumata al piano superiore di un'abitazione nella quale risiedono, al piano terra, anche la madre e una sorella di Giovanni Petrasso, insieme al cognato.  

 

Questa mattina Maria Grazia Grosso aspettava la visita di un’amica. Sembrava una giornata come tante altre. In serata avrebbe dovuto andare a teatro ad assistere ad un saggio di danza. Petrasso era stato in congedo per stati d’ansia. Una patologia frequente tra gli agenti penitenziari. Giudicato idoneo dai sanitari, proprio ieri era tornato in servizio ed aveva ritirato la pistola d’ordinanza. L’arma con la quale ha sfogato la sua furia omicida.



Salvatore Bruno