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Ricorre oggi il 26° anniversario dell’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, impegnato in Cassazione a sostenere l'accusa nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. A Piale, frazione al confine tra Villa San Giovanni e Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria, si è svolya la cerimonia commemorativa.
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Nel luogo in cui il magistrato venne ucciso, è giunto il ministro dell’Interno Marco Minniti. Per ragioni di sicurezza, anche i giornalisti vengono tenuti a distanza. Le riprese possono essere effettuate solo da una balconata soprastante. «Per me è un onore essere qui stamattina a ricordare Nino scopelliti, è un dovere ricordare. Sono un ministro della Interno casualmente calabrese, Nino – ha detto Minniti - è stato uno dei migliori. In questo posto, una terrazza sulla mare, oggi c'è un monumento che testimonia la fine di una persona ammazzata da sola perché aveva rinunciato alla scorta».
«Nella sua morte – aggiunge il ministro - c'è il destino della Calabria, da un lato la bellezza dall' altro la criminalità organizzata. Quando è stato ammazzato all' inizio neanche si è compreso ciò che era successo. La 'ndrangheta cerca ma non tutti la vedevano. Ma era forte ed è arrivata ad ammazzare un magistrato. Erano anni in cui non si parlava di ‘ndrangheta per non scalfire il nome della Calabria. Io credo che parlarne sia un atto di amore».
«È possibile pensare a un futuro di questa terra se non si sconfiggono le mafie? No. Allora – rimarca - dobbiamo raggiungere la verità sui mandanti dell' omicidio, una democrazia che si rispetti non molla mai, non lascia zone di ombra. Oggi c'è una speranza in più, il lavoro della magistratura ha fatto cose impossibili. Io chiedo di non mollare la presa e di fare tutto per raggiungere verità».