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Dopo circa tre ore di camera di consiglio, la Corte di assise di Catanzaro presieduta da Tiziana Macrì ha sentenziato 24 anni di carcere a carico di Raffaele Calamita, alias Spillo, 24 anni, di Tropea, accusato dell’omicidio volontario premeditato di Salvatore Russo, 45enne , anche lui di Tropea, ucciso sotto casa con quattro colpi di pistola. Una condanna inferiore rispetto alla richiesta di ergastolo formulata dal pm
Maria Gabriella Di Lauro che al termine della requisitoria aveva ricostruito passo dopo passo il giorno dell’omicidio avvenuto il 10 settembre 2012. La Corte di Assise ha condannato l’imputato al risarcimento di 20mila euro a favore dei familiari della vittima costituitisi parte civile nel processo. Furono i carabinieri della locale Compagnia ad eseguire il decreto di fermo a carico di Calamita un mese dopo un delitto, di cui il movente rimane tuttora avvolto nel mistero e rispetto al quale si cercano i mandanti. Il pubblico ministero della Procura di Vibo Valentia chiese poi per l’imputato il giudizio immediato nel 2013 davanti ai giudici della Corte di assise del capoluogo calabrese.