Tutti assolti. La Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale di Reggio Calabria e gli imputati dell'omicidio di Giuseppe Priolo escono assolti in maniera definitiva. Un duro colpo per la Procura antimafia di Reggio Calabria che vede, in un solo colpo, crollare il castello accusatorio su due filone di indagine e la ricostruzione sulla cosiddetta Faida di Gioia Tauro. Alla sbarra c'erano Giuseppe, Antonio e Vincenzo Brandimarte e Davide Gentile, accusati in concorso dell’omicidio compiuto a Gioia Tauro il 26 febbraio 2012.

 

Il processo riguardava i due filoni d’indagine sulla “faida di Gioia Tauro” tra le famiglie Brandimarte e Priolo. Faida nella quale sono stati uccisi Vincenzo Priolo, Giuseppe Priolo e Francesco Bagalà. Un feroce scontro nel quale rientrerebbe anche il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte. Al momento è stato risolto solo il caso dell'omicidio di Vincenzo Priolo, per il quale è stato condannato in maniera definitiva Vincenzo Perri, parente dei Brandimarte. In corso, inoltre, il procedimento sull'omicidio Bagalà. Imputati in abbreviato sono Alfonso Brandimarte, difeso dagli avvocati Domenico Ascrizzi e Valerio Spigarelli, mentre in ordinario a Palmi ci sono implicati Giuseppe Brandimarte, difeso dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Alfredo Gaito, e Davide Gentile difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Nico d’Ascola. La stessa sorte ha avuto anche il processo in ordinario nel quale sono stati assolti i fratelli Santo e Antonino Rottura, accusati di aver dato supporto ai Brandimarte. Sentenza di primo grado non appellata dalla Procura non ha proposto appello.

Non regge neanche l'accusa che gravava su Giovanni Priolo, accusato del tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte. Dopo la condanna a 10 anni nel processo di secondo grado e l'annullamento della Cassazione, nell’appello bis era stato assolto.