Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, ha disposto l’archiviazione nell’ambito della vicenda relativa all’omicidio di Stefano Piperno, ucciso il 19 giugno 2018 e trovato nell’auto carbonizzata nelle campagne di Comerconi, frazione di Nicotera. Interessati dal provvedimento di archiviazione sono Francesco Perfidio e Sonia Perfidio, entrambi difesi dall’avvocato Francesco Sabatino, il quale dinanzi al gip ha sostenuto l’insussistenza di elementi indiziari a carico dei propri assistiti così come accertato in precedenza dal Tribunale del Riesame di Catanzaro.

In particolare l’avvocato Sabatino ha rilevato che le opposizioni proposte dai prossimi congiunti del Piperno (avvocati Irene Calogero, Nicodemo Gentile, Antonio Cozza) rappresentassero una mera rilettura dell’attività di indagine in assenza di elementi nuovi idonei ad esercitare l’azione penale. In maniera conforme, il gip ha disposto l’archiviazione del procedimento dichiarando l’inammissibilità delle opposizioni. In particolare, la posizione di Sonia Perfidio riguarda i reati di concorso in omicidio e distruzione di cadavere. Quella di Francesco Perfidio, 62 anni, riguarda invece il reato di concorso in omicidio, essendo stato già condannato in primo e secondo grado a 6 anni di reclusione per il reato di distruzione di cadavere. Per lui – unitamente al figlio Ezio Perfidio, 38 anni, condannato a 30 anni di reclusione – il processo in Cassazione è stato fissato per il 16 maggio prossimo.

Secondo l’accusa, sarebbe stato Ezio Perfidio a sparare al coetaneo Stefano Piperno alcuni colpi di fucile. Il padre Francesco sarebbe stato invece presente al momento dell’omicidio. A queste conclusioni era giunta la Procura di Vibo Valentia (pm Filomena Aliberti) sulla scorta di un’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo di Tropea (guidati all’epoca dal maggiore Dario Solito), del Nucleo investigativo di Vibo Valentia (guidati dal maggiore Valerio Palmieri), del Ris di Messina e della sezione “Crimini violenti” del Ros (diretti dal colonnello Paolo Vincenzone), che hanno ritenuto l’omicidio aggravato dai futili motivi. Il movente del delitto sarebbe da ricercare nelle richieste della vittima finalizzate ad ottenere dello stupefacente del tipo cocaina, avendo però maturato debiti pregressi con gli aggressori.