Il giovane educatore ucciso e dato alle fiamme il 19 giugno 2018. Trent'anni di reclusione a Ezio Perfidio ritenuto l'esecutore materiale e sei al padre Francesco
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Ezio Perfidio condannato a 30 anni di reclusione, 6 anni a Francesco Perfidio, entrambi di Nicotera. La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro (Cosentino presidente, a latere il giudice Commodaro) ha confermato la sentenza emessa in primo grado dal gup del Tribunale di Vibo Valentia, Tiziana Macrì, nelprocesso in abbreviato per l’omicidio di Stefano Piperno, il giovane educatore di Nicotera ucciso il 19 giugno 2018.
I difensori di parte civile erano rappresentati gli avvocati Nicodemo Gentile ed Antonio Cozza. Il rito abbreviato ha permesso agli imputati di godere di uno sconto di pena pari ad un terzo. Il verdetto di primo grado era arrivato il 21 novembre 2019.
Secondo l’accusa, sarebbe stato Ezio Perfidio a sparare al coetaneo Stefano Piperno alcuni colpi di fucile. Il padre Francesco sarebbe stato invece presente al momento dell’omicidio. A queste conclusioni era giunta la Procura di Vibo Valentia (pm Filomena Aliberti) sulla scorta di un’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo di Tropea (guidati all’epoca dal maggiore Dario Solito), del Nucleo investigativo di Vibo Valentia (guidati dal maggiore Valerio Palmieri), del Ris di Messina e della sezione “Crimini violenti” del Ros (diretti dal colonnello Paolo Vincenzone), che hanno ritenuto l’omicidio aggravato dai futili motivi.
Il movente del delitto sarebbe da ricercare nelle pressanti richieste della vittima finalizzate ad ottenere dello stupefacente del tipo cocaina, pur avendo maturato debiti pregressi con gli aggressori. Francesco Perfidio era accusato dei reati di distruzione di cadavere, detenzione di armi oltre ad un’ipotesi aggravata di spaccio di sostanza stupefacente. A difendere gli imputati, l’avvocato Francesco Sabatino.
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