Pino e Luciano Scalise sono accusati di aver organizzato l'agguato dell'agosto 2016 costato la vita all'avvocato lametino. Rispondono anche di associazione mafiosa
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Trent'anni di reclusione. È questa la richiesta di pena invocata dal sostituto procuratore di Catanzaro, Andrea Giuseppe Buzzelli, nei confronti di Pino e Luciano Scalise accusati di essere i mandanti dell'omicidio dell'avvocato lametino Francesco Pagliuso. Questa mattina la pubblica accusa ha concluso la requisitoria nell'ambito del procedimento che si sta svolgendo con rito abbreviato dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro, Pietro Carè.
Il gruppo della Montagna
Pino e Luciano Scalise sono accusati di associazione mafiosa per aver promosso e organizzato un'associazione per delinquere di stampo mafioso denominata cosca Scalise in contrapposizione militare con la cosca Mezzatesta con base a Soveria Mannelli, nel catanzarese. I due sono anche accusati di aver organizzaro e deliberato l'agguato costato la vita all'avvocato lametino Francesco Pagliuso incaricando il killer della cosca, Marco Gallo, di portare a termine l'esecuzione avvenuta dinnanzi la sua abitazione nell'agosto 2016.
Richieste di pena
Per entrambi, il pubblico ministero ha invocato una pena a 30 anni di reclusione. Dieci anni di reclusione sono stati invece chiesti per Angelo Rotella, affiliato alla cosca Scalise e impegnato nell'affermazione estorsiva sul territorio di competenza delle imprese e delle ditte controllate dagli Scalise. Stralciata invece la posizione di Marco Gallo, che ha chiesto di essere giudicato con rito ordinario. Il processo per lui si è spostato al Tribunale di Lamezia Terme.
Il collegio difensivo è composto da Antonio Larussa, Piero Chiodo e Valerio Vianello. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Giuseppe Zofrea, Nunzio Raimondi, Aldo Ferrara, Salvatore Staiano, Enzo Galeota.