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«Oggi un'altra pagina buia, molto buia, è stata scritta in questa città! Lamezia da qualche anno aveva rialzato la testa e questo triste e gravissimo delitto fa di nuovo comparire una vecchia ed opprimente cappa che sembrava essere stata allontanata».
Lo scrive sul suo profilo Facebook il presidente dell'ordine degli avvocati di Lamezia Terme, Antonello Bevilacqua, in riferimento all'uccisione dell'avvocato Francesco Pagliuso. «La morte violenta di una persona - scrive ancora - lascia sempre sconcertati soprattutto quando le modalità sono quelle scelte in questo ed in tanti altri tristi delitti. La morte di un avvocato poi colpisce oltre che la città anche un’intera categoria di professionisti che si occupano giornalmente dei problemi e delle angosce dei propri assistiti. Attendiamo con fiducia - spiega - gli esiti delle indagini e ci stringiamo tutti attorno a Francesco ed ai suoi familiari in questo momento terribile». Francesco Pagliuso, fra l'altro, era segretario della camera penale della città.
L'omicidio di Francesco Pagliuso, richiama un altro clamoroso delitto, quello di Torquato Ciriaco, assassinato a colpi d'arma da fuoco il 1° marzo 2002 sempre nei pressi di Lamezia Terme. Il porofessionista fu ucciso intorno alle 23 sulla strada che collega Lamezia con Maida (Cz) che stava percorrendo a bordo della sua auto. La vettura di Ciriaco fu affiancata da quella dei killer che spararono ripetutamente con un fucile ferendolo, per poi finirlo con due colpi d'arma da fuoco alla testa.
Per l'omicidio, che secondo alcuni pentiti fu ordinato dalla cosca Anello di Filadelfia (Vv), e' ancora in corso il processo che vede imputati il boss Tommaso Anello, il pentito Francesco Michienzi, sulle cui rivelazioni si baso' l'inchiesta, e Santo Panzarella, l'uomo scomparso nel luglio 2002. L'avvocato sarebbe stato ucciso per il suo interessamento all'acquisto dei beni di una grossa azienda edile fallita in concorrenza con gli interessi degli Anello.