Nel 1981 il commerciante della città bruzia si ribellò alla ‘ndrangheta. I clan decisero di picchiarlo ma morì poco dopo. Oggi la pena per Prano, Cicero e i pentiti Acri e Vitelli
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Dopo 40 anni la giustizia italiana ha condannato i presunti mandanti ed esecutori materiali dell’assassinio di Santo Nigro, il commerciante di Cosenza che nel 1981 fu ucciso dalla ‘ndrangheta cosentina per aver rifiutato di pagare il “pizzo” ai clan dell’epoca.
La sentenza è stata emessa oggi dal tribunale distrettuale di Catanzaro. Il gup Saccà, infatti, ha ritenuto responsabili del delitto tutti gli imputati: Mario Pranno, Francesco Cicero e i collaboratori di giustizia, Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli. Tuttavia, chi subisce la pena più pesante è Cicero, al quale il giudice di primo grado ha inflitto 30 anni di carcere, come richiesto dalla Dda di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri. A Mario Pranno, difeso dagli avvocati Marcello Manna e Gianluca Garritano, il tribunale distrettuale di Catanzaro ha riconosciuto la continuazione con la sentenza “Missing”, lo storico maxi-processo alle cosche cosentine: per lui 3 anni e 4 mesi di carcere.
Infine, i pentiti Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli sono stati condannati a 2 anni di reclusione. In questo caso il gup Saccà ha riconosciuto la continuazione con i processi “Missing” e “Luce”. Secondo quanto ricostruito dalla sezione Dia di Catanzaro, Aldo Acri prima picchiò Santo Nigro e poi lo ferì mortalmente con la complicità di Cicero e Vitelli, ritenuti i presunti favoreggiatori del killer-meccanico di Cosenza, inviato da Mario Pranno all’interno dell’esercizio commerciale. L’allora boss di Cosenza, però, nel 1996 disse che in realtà Nigro non doveva morire. Acri, secondo quanto dichiarato, era stato incaricato di dargli una lezione. Poi la cosa prese una piega inaspettata e Santo Nigro morì da lì a poco.