Per l'omicidio di Umberto Mormile, 34 anni, educatore del carcere di Opera, ucciso nelle campagne di Carpiano (Milano) più di trent'anni fa, l'11 aprile del 1990, rischiano di finire a processo altre due persone, i collaboratori di giustizia Salvatore Pace e Vittorio Foschini. La Procura di Milano, infatti, ha chiesto il rinvio a giudizio per i due imputati, dopo che nei mesi scorsi il gip Natalia Imarisio aveva respinto una richiesta di archiviazione su opposizione dei familiari della vittima, assistiti dal legale Fabio Repici. L'udienza preliminare, davanti al gup Marta Pollicino, è fissata per il 30 novembre.

Per questo omicidio «a colpi d'arma da fuoco» sono già stati condannati nel 2005 come mandanti i boss della 'ndrangheta Antonio Papalia e Franco Coco Trovato e come «esecutori materiali» Antonio Schettini e Antonino Cuzzola e nel 2011, con altro verdetto definitivo, anche Domenico Papalia, anche lui mandante.

Ora il capo della Dda milanese Alessandra Dolci e il pm Stefano Ammendola hanno chiesto il rinvio a giudizio anche per Pace, 66 anni, e Foschini, 63 anni, per concorso nell'omicidio aggravato dalla finalità mafiosa. Pace, in particolare, scrive la Procura, si sarebbe messo a disposizione di Coco Trovato e dei Papalia «fornendo supporto logistico», ossia avrebbe fatto consegnare da «appartenenti del suo gruppo» criminale «armi ed una moto per eseguire l'omicidio dell'educatore di Opera». E Foschini, che faceva parte del clan di Coco Trovato, su «ordine di quest'ultimo» avrebbe dato «disposizioni ai sodali di fornire l'auto e una moto». E tutto ciò col fine di favorire la 'ndrangheta e in particolare il boss Domenico Papalia.