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E’ ancora un giallo la brutale esecuzione avvenuta nella notte tra sabato e domenica a Lamezia a danno di un giovane imprenditore edile, Domenico Maria Gigliotti, 41 anni. I killer lo hanno aspettato sotto casa e quando questo è arrivato, intorno alle quattro del mattino, gli hanno sparato diversi colpi di arma da fuoco e poi hanno cosparso l’interno dell’abitacolo della sua auto di liquido infiammabile, carbonizzandone così il corpo.
Le indagini procedono a 360 gradi anche perché, a quanto pare, di elementi da tenere in considerazione ce ne sarebbero parecchi. Gigliotti era stato sfiorato dall’inchiesta Medusa, il suo nome fatto da diversi collaboratori di giustizia, anche se non con posizioni di primo piano, e l’agenzia di viaggi della moglie aveva visto pochi mesi fa le Fiamme Gialle apporre i sigilli per una vicenda legata ad una presunta truffa relativa a crociere fantasma.
Gigliotti, era stato anche destinatario di un Daspo in seguito ad una lite avvenuta in uno stadio lametino e la sua ditta di costruzioni, la Giesse, pare avesse ricevuto diverse perquisizioni da parte delle forze dell’ordine.
A far riflettere gli investigatori sono le modalità dell’omicidio: un agguato, compiuto con ferocia e brutalità, con un accanimento sul corpo già senza vita. Insomma, una tipica modalità mafiosa. Non si esclude che Gigliotti fosse finito in un giro d’usura ma nemmeno che gli appalti vinti dalla sua ditta di costruzione facessero gola a qualcuno.