Non solo la truffa da 1100 euro per una crociera fantasma, ma anche le attenzioni morbose verso la moglie e che la vittima non voleva assolutamente interrompere. Sarebbe questo lo scenario in cui è maturato l’omicidio di Domenico Maria Gigliotti, consumatosi il 25 gennaio 2015 a Lamezia Terme, e riportato nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Lamezia Terme. L’uomo venne attinto da quattro colpi di revolver, mentre era in auto di fronte la sua abitazione nella quale stava rincasando alle quattro del mattino. Il killer dopo avergli sparato gli diede fuoco.

La barbarie dell'omicidio

Gli esami autoptici rivelarono che al momento delle fiamme era ancora vivo. Immediatamente le forze dell’ordine, che in una prima fase furono i carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme, misero a fuoco un elemento certo: quello che le modalità erano estranee al delitto di 'ndrangheta e più vicine a dinamiche personali, quasi passionali che, incastrate in un perimetro di altri indizi concatenati, hanno condotto poi all’arresto oggi di Marco Gallo, già in carcere per gli omicidi Pagliuso, Berlingieri e Mezzatesta.

Ad illustrare i particolari dell’arresto il primo dirigente del commissariato di Lamezia terme Raffaele Pelliccia, affiancato dal vice questore Angelo Paduano, il responsabile della Polizia Giudiziaria Aldo Carito e dal capo della squadra mobile di Catanzaro Alfredo Iadevaia. Le indagini, invece, sono state dirette dal pm Santo Melidona e condotte dalla Sezione investigativa del Commissariato di Lamezia Terme e dalla Squadra Mobile di Catanzaro. Fondamentale il ruolo della Scientifica.

La truffa delle crociere fantasma

Tra i primi elementi ad emergere dalle indagini fu che Gigliotti era il marito di Rosa Curcio con la cui agenzia di viaggi aveva messo in moto una serie di truffe fantasma: crociere da costi contenuti che non sarebbero mai partite. Ma se a dare benzina alla furia di Marco Gallo fu inizialmente la frode, vicenda che in quegli anni investì decine di potenziali viaggiatori e per la quale il processo è ancora in corso, ben presto le motivazioni divennero anche altre.

Gli approcci sessuali con la moglie

Lo si evince innanzitutto dal fatto che, pur avendo Gallo sporto querela per quella truffa non attese la scadenza dei termini dei 90 giorni, e sparò colpi di pistola contro la casa dei coniugi che inizialmente non  denunciarono l'intimidazione. Il futuro killer si era accorto dell’interesse di Gigliotti per la moglie, l’infermiera Federica Guerrise, ora in carcere per l’omicidio Berlingieri. Sarebbe stata la stessa donna a lamentarsene raccontando di un tentativo di approccio sessuale.

Ecco il perché dei colpi di proiettile all’indirizzo della casa di Gigliotti e poi un vero e proprio corpo a corpo tra i due incontratisi a Sant’Eufemia, con quella che sarebbe stata la futura vittima per nulla intimorita o decisa a lasciar perdere l’infermiera. Fino alla decisione di Gallo di mettere a tacere la cosa nel sangue.

Il primo delitto di Marco Gallo

Di quei colpi di pistola antecedenti l’omicidio però non erano state informate le forze dell’ordine che solo successivamente hanno confrontato le ogive risalendo alla stessa arma con la quale Gigliotti venne ucciso. Ma dare la spinta alle indagini furono negli anni successi gli omicidi nei quali Marco Gallo divenne imputato, il profilo criminale che ne emerse, decisamente diverso rispetto a quello in cui erano maturate le indagini. All’epoca Gallo era un giovane impegnato nel settore della video sorveglianza, figlio di due infermieri e sposato con un’infermiera.

Quanto accaduto successivamente ha rimesso i tasselli a posto e fatto capire che quello di Gigliotti fu il primo omicidio, un’apripista rispetto a quelli successivi calati in dinamiche ben diverse.