Si lavora a tutto campo per ricostruire la dinamica dell'omicidio di Giuseppe Gaetani, 50 anni, ritenuto l'autista del boss della sibaritide Leonardo Portoraro, colpito a morte da una calibro 9 sull'uscio di casa l'altra sera in contrada Pantano Rotondo nella frazione di Sibari a Cassano allo Jonio.

 

L'uomo quando si sarebbe accorto di ciò che stava per accadere avrebbe tentato la fuga ma nulla ha potuto contro la pioggia di piombo che lo ha raggiunto ferendolo all'addome in maniera mortale, lasciando vana la corsa disperata verso l'ospedale di Cosenza. Quindici proiettili sparati da una pistola calibro 9. Sarà l'esame autoptico, che sarà disposto nelle prossime ore dal pm della Procura di Castrovillari Mauron Gallone, a definire quanti colpi siano andati a segno.

Ma le forze dell'ordine e la magistratura hanno avanzato una prima ipotesi dopo le indagini avviate dai Carabinieri del reparto operativo provinciale, diretti dal colonnello Raffaele Giovinazzo, e della compagnia di Corigliano Rossano agli ordini del capitano Cesare Calascibetta: l'agguato sarebbe avvenuto intorno alle 20.30 quando il Gaetani era solito rincasare dopo il lavoro nella sua falegnameria. I killer conoscevano bene le abitudini dell'uomo e lo hanno atteso proprio davanti casa. Grazie alla visione di alcuni filmati di telecamere a circuito chiuso presenti nella zona gli inquirenti potrebbero avere chiaro il quadro dell'intera scena. I sicari sarebbero stati due arrivati a bordo di un furgone, mezzo scelto proprio per non insospettire la vittima. Entrati nella traversa che dalla provinciale guadagna l'ingresso di casa del Gaetani lo avrebbero affiancato mentre era a bordo della sua Mercedes ed avrebbero aperto il fuoco.

L'uomo avrebbe tentato la fuga ma il killer senza scendere dal mezzo lo avrebbe continuato a colpire con la scarica di proiettili lasciandolo a terra tramortito. Poi sarebbero fuggiti guadagnando la provinciale che da Sibari corre verso il mare. I familiari allertati dai colpi di arma da fuoco sarebbero usciti a prestare i primi soccorsi al cinquantenne ferito mortalmente, chiamando le forze dell'ordine e i sanitari del 118. Ma per l'uomo i colpi ricevuti all'addome sarebbero stati fatali. Tra le tracce da seguire anche l'arma scelta per l'agguato, una pistola calibro 9, a differenza di tutti gli altri episodi cruenti che da un anno e mezzo hanno insanguinato la sibaritide firmati a suon di kalashikov.