Michael Marras ha escluso la sua partecipazione al delitto durante l'interrogatorio. Il suo avvocato ha annunciato che ne chiederà la scarcerazione
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Ha deciso di raccontare la sua verità con un interrogatorio dal carcere di Uta in cui è recluso, alla luce di quanto emerso dopo la confessione del padre e dopo gli accertamenti svolti dai carabinieri del Nucleo investigativo di Cagliari e del Ris. Si tratta del ventisettenne Michael Marras, arrestato insieme al genitore, il cinquantasettenne Joselito, per il duplice omicidio dei fratelli di origine vibonese Massimiliano e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, residenti nel sud della Sardegna. I due il 9 febbraio scorso erano usciti di casa, a Dolianova, senza più farvi ritorno. Dopo settimane, i cadaveri sono stati ritrovati a inizio aprile su indicazione del più anziano degli indagati.
Questo pomeriggio Michael, difeso dall'avvocato Patrizio Rovelli, ha deciso di fornire la sua versione di quanto accaduto il 9 febbraio scorso. Durante la sua confessione il padre - assistito dall'avvocata Maria Grazia Monni - ha escluso la partecipazione del figlio al delitto, circostanza che sarebbe stata confermata dal 27enne assieme ad una ricostruzione dettagliata del duplice omicidio. L'avvocato Rovelli, che ha sollevato una eccezione di incostituzionalità dell'interrogatorio a distanza acconsentendo comunque che il suo assistito rispondesse alle domande, ha annunciato che chiederà la scarcerazione del giovane.