Pino e Luciano sono accusati di essere i mandanti del delitto del penalista di Lamezia Terme, ucciso in un agguato nell'agosto del 2016. In primo grado già condannati al fine pena mai
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Conferma dell'ergastolo per i presunti mandanti dell'omicidio di Francesco Pagliuso. Con questa richiesta si è conclusa la requisitoria del procura generale, rappresentata in aula da Marisa Manzini, nell'ambito del processo che si sta celebrando in Corte d'Assise d'Appello a Catanzaro nei confronti di Pino e Luciano Scalise, accusati di essere i mandanti dell'omicidio del penalista lametino, Francesco Pagliuso, ucciso in un agguato nell'agosto del 2016.
La condanna
Lo scorso giugno, il Gup del Tribunale di Catanzaro aveva già emesso una sentenza di condannato alla pena dell'ergastolo i due fratelli, ritenuti anche al vertice del "Gruppo della Montagna", una presunta associazione operante nel territorio nell'area di Soveria Mannelli, Decollatura, Platania e Serrastretta. Oggi la Procura generale ha chiesto la conferma della pena inflitta in primo grado.
Le accuse ai presunti mandanti
In particolare, i due - oltre a rispondere di associazione mafiosa - sono anche accusati di aver organizzato e deliberato l'agguato costato la vita all'avvocato lametino Francesco Pagliuso incaricando il killer della cosca, Marco Gallo (condannato anche lui all'ergastolo), di portare a termine l'esecuzione avvenuta nell'agosto del 2016. Il Pg ha chiesto invece la rideterminazione della pena nei confronti di Andrea Scalzo. In primo grado e con rito abbreviato era stato condannato a 8 anni e 2 mesi di reclusione, la Procura generale ha chiesto una condanna a 7 anni di carcere ma per un mero errore di calcolo della pena.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Piero Chiodo e Valerio Vianello. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Giuseppe Zofrea, Nunzio Raimondi, Aldo Ferraro, Salvatore Staiano, Enzo Galeota.