In Appello viene confermata in parte la sentenza emessa in primo grado. Pino Scalise assolto dal reato di omicidio per non aver commesso il fatto
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La Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro ha inflitto una condanna all'ergastolo a Luciano Scalise, accusato di essere il mandante dell'omicidio del penalista Francesco Pagliuso, ucciso in un agguato dinnanzi la sua abitazione di Lamezia Terme nell'agosto del 2016. Mentre ha condannato Pino Scalise ad una pena di 23 anni di carcere, assolvendolo dal reato di omicidio per non aver commesso il fatto.
La condanna in primo grado
La sentenza di oggi conferma, ma solo in parte, la pronuncia emessa nel giugno del 2021 dal Gup del Tribunale di Catanzaro nei confronti di Pino e Luciano Scalise, ritenuti anche al vertice del "Gruppo della Montagna", una presunta associazione operante nel territorio nell'area di Soveria Mannelli, Decollatura, Platania e Serrastretta.
Le accuse ai presunti mandanti
In particolare, i due - oltre a rispondere di associazione mafiosa - erano anche accusati di aver organizzato e deliberato l'agguato costato la vita all'avvocato lametino Francesco Pagliuso incaricando il killer della cosca, Marco Gallo (condannato anche lui all'ergastolo in un diverso procedimento), di portare a termine l'esecuzione avvenuta nell'agosto del 2016. Reato quest'ultimo per il quale Pino Scalise è stato assolto, condannato invece per associazione mafiosa. La sentenza della Corte d'Assise d'Appello conferma per il resto quella di primo grado.
Le richieste di pena
La Procura generale aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado per Pino e Luciano Scalise e, invece, la rideterminazione della pena nei confronti di Andrea Scalzo, oggi condannato a 7 anni di reclusione. In primo grado e con rito abbreviato era stato condannato a 8 anni e 2 mesi di reclusione, la Procura generale aveva chiesto una condanna a 7 anni di carcere ma per un mero errore di calcolo della pena.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Piero Chiodo e Valerio Vianello. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Giuseppe Zofrea, Nunzio Raimondi, Aldo Ferraro, Salvatore Staiano, Enzo Galeota.
Il collegio ha inoltre rideterminato l’ammontare del risarcimento inflitto in primo grado a Pino Scalise nella misura del 20% delle singole somme già liquidate in via equitativa nei confronti delle parti civili: Antonella Di Vasto, Leonardo Giovanni Pagliuso, Antonia Pagliuso, Giovanni Albanese, Mattia Albanese, Giovanni Battista Pagliuso, Rosa Grandinetti, Angela Rita Pagliuso, Antonio Folino, Pierluigi Folino e la Camera Penale di Lamezia Terme.
Pino e Luciano Scalise e Angelo Rotella sono stati condannati poi alla rifusione delle spese sostenute dalle parti civili: il Comune di Platania e il Comune di Serrastretta. Pino e Luciano Scalise, Andrea Scalzo, Angelo Rotella e Domenico Vincenzo Mario sono poi stati condannati alla refusione delle spese sostenute dalle parti civili: Associazione Antiracket di Lamezia Terme, Comune di Decollatura, Comune di Lamezia Terme, Comune di Soveria Mannelli, Regione Calabria e amministrazione provinciale di Catanzaro.