È il 16 gennaio 2014. A Cassano allo Ionio, centro della Sibaritide di circa 18 mila anime, tre persone vengono brutalmente uccise. I corpi, dati alle fiamme. A bruciare, il piccolo Nicolas Cocò Campolongo di soli tre anni, il nonno Giuseppe Iannicelli e la compagna marocchina di quest'ultimo Ibtissam Touss, conosciuta come Betty. Un nuovo capitolo del processo per la morte del bambino si è concretizzato a Cosenza con la richiesta dell'ergastolo per i due presunti assassini avanzata dal procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto. Poco meno di cinque ore per sintetizzare la guerra di mafia e i traffici illeciti che hanno fatto da contorno al triplice omicidio.

Chiesto l'egastolo 

Per i due presunti killer, Faustino Campilongo e Cosimo Donato è stato chiesto il carcere a vita. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, infatti, si sarebbero macchiati del terribile delitto per aver maggior peso nell'organizzazione criminale e nel "clan degli zingari". Iannicelli, che vantava numerosi precedenti per spaccio di droga, con ogni probabilità temeva per la propria vita. Forse per questo motivo preferiva rimanere in compagnia della compagna e del nipotino, certo che nessuno avrebbe colpito due anime innocenti. Ma le cose, andarono diversamente. Nei prossimi giorni si conosceranno le discussioni della difesa prima della sentenza di primo grado.