Le dichiarazioni spontanee rese da Giuseppe Pilato nel corso del processo d'appello a Reggio. Il delitto risale all'agosto del 2014, quando la donna aveva 31 anni
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«Sono stato io». Al processo d’appello in corso a Reggio Calabria per l’omicidio di Mary Cirillo, la donna uccisa a Monasterace nel 2014, è arrivata la confessione dell’imputato Giuseppe Pilato, condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo. L’uomo, alla sbarra davanti ai togati reggini, nel corso dell’udienza di oggi ha reso dichiarazioni spontanee. A Pilato viene contestato l’omicidio volontario (aggravato dalla premeditazione) della moglie, assassinata con alcuni colpi di pistola nell’agosto di 4 anni fa.
Il commerciante, dopo avere ucciso la donna nell’appartamento della coppia, si diede alla fuga e si costituì ai carabinieri il 23 agosto successivo. Movente dell’omicidio, secondo quanto è emerso dalle indagini, la gelosia di Pilato, a cause della quale erano frequenti le liti con la moglie. Secondo la ricostruzione degli inquirenti al momento del delitto in casa c'era il figlio minore della coppia, di poco più di un anno; sulla scena del crimine, però, sopraggiunse in un secondo momento anche la figlia maggiore, di soli dieci anni, che per prima rinvenì la madre, priva di vita, in una pozza di sangue nel pomeriggio del 18 agosto. Pilato fino ad oggi non aveva mai confessato l'omicidio.