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Non sono stati solo Maurizio Rango, Davide Lamanna, Adolfo Foggetti, Franco Bruzzese, considerati capi e gregari della cosca Rango-Zingari, i mandanti e gli esecutori dell'omicidio di Luca Bruni, avvenuto il 3 gennaio 2012 in un campagna di Castrolibero. A macchiarsi di sangue per quel delitto, secondo gli inquirenti, è stato anche Ettore Sottile, il contabile della cosca, a carico del quale gip Giuseppe Perri, ha emesso un' ordinanza di custodia cautelare su richiesta del pool di magistrati della Dda di Catanzaro: gli aggiunti Giovanni Bombardieri, Vincenzo Luberto e il sostituto Pierpaolo Bruni. Utili alle indagini, delegate al nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri e della squadra mobile di cosenza, le dichiarazioni di uno degli impuatati: Franco Bruzzese, neo collaboratore di giustizia. Dichiarazioni che si aggiungono a quelle di Ernesto e Adolfo Foggetti.
L'eliminazione fisica di Bruni era stata decisa da Bruzzese, nell'estate del 2011, come si evince agli atti dell'inchiesta 'Telesis'. Il timore che Bruni potesse collaborare con la giustizia era troppo forte e in ogni caso non si doveva correre il rischio che prendesse il comando del clan dopo la morte del fratello Michele, per rendere più forti gli interessi illeciti di famiglia. Bruzzese avrebbe stabilito anche le modalità dell'omicidio, incaricando Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna, prima appartenente al clan Bruni, persone di cui la vittima si fidava, di attirarlo in una trapola mortale con il pretesto di una finta riunione a cui avrebbero dovuto partecipare i latitanti Franco Presta e Ettore Lanzino. Tutti e tre si avviano all'incontro programmato a Rende, fermano la macchina, Lamanna spara un primo colpo di pistola che raggiunge Bruni alla nuca poi l'arma si inceppa, Lamanna ritorna in macchina prende un'altra pistola e lo finisce sparando altri due colpi. Il cadavere, scoperto molto tempo dopo, era stato sepellito non lontanno dal luogo dell'omicidio. Ennesima svolta nel delitto di Luca Bruni che ha consentito agli inquirenti di disarticolare la cosca di 'ndrangheta attiva nel cosentino tanto che 47 persone considerati capi, gregari o comunque vicini alla cosca, si trovano attualmente alla sbarra, 35 imputati giudicati con rito abbreviato e 12 con il rito ordinario.