Gli avvocati Antonio Sanvito e Cesare Badolato, difensori di Marco e Luigi Abbruzzese, hanno annunciato in udienza che ricuseranno il giudice a latere Domenico Commodaro. Parliamo del processo sull'omicidio di Luca Bruni, che si svolge in Corte d'Assise d'Appello a Catanzaro.

Rigettata la richiesta di astensione

La richiesta dei due imputati, accusati dalla Dda di Catanzaro di aver partecipato con ruoli e tempi diversi al delitto di stampo mafioso, commesso il 3 gennaio 2012 da Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti ad Ortomatera (frazione di Castrolibero), è arrivata dopo il rigetto dell'astensione che era stata presentata dallo stesso giudice Commodaro. Quest'ultimo il 3 ottobre scorso aveva contribuito ad emettere la sentenza di secondo grado, sempre sull'agguato mortale contro Luca Bruni, nei confronti di Ettore Sottile.

In quel caso, la Corte d'Assise d'Appello aveva riformato parzialmente il provvedimento di merito di primo grado, annullando l'ergastolo all'associato del clan degli "zingari" di Cosenza e infliggendo allo stesso una condanna a 20 anni di carcere. Un verdetto che riconosce un ruolo minore nella vicenda omicidiaria rispetto alle contestazioni mosse dall'ufficio antimafia di Catanzaro.

Nessuna incompatibilità per il giudice a latere

Per il presidente della sezione penale della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro, il giudice Commodaro non è incompatibile con la posizione dei due fratelli ritenuti organici al clan degli "zingari" di Cosenza. Nel caso di Luigi, detto "Pikachu", parliamo del presunto "reggente", mentre nel caso di Marco, alias "Lo struzzo", parliamo del soggetto con più autonomia decisionale rispetto agli altri componenti del gruppo.

Omicidio Luca Bruni, il giudizio di primo grado

Nel processo di primo grado, la Corte d'Assise di Cosenza aveva bocciato l'impianto accusatorio della Dda di Catanzaro. In toto per la posizione di Luigi Abbruzzese, assolto dall'accusa di omicidio, parzialmente invece per quanto riguarda Marco Abbruzzese, ritenuto estraneo ai fatti rispetto alla preparazione del delitto di 'ndrangheta, ma colpevole di aver aiutato ad occultare il cadavere in un terreno distante pochi metri dal luogo in cui si è consumato l'assassinio di Luca Bruni. "Lo Struzzo" infatti era stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione.

Oggi dunque siamo di fronte al processo di secondo grado che darà la possibilità all'accusa di provare a ribaltare la sentenza cosentina e alla difesa di confermare il primo verdetto e contestualmente di dimostrare che Marco Abbruzzese non ha collaborato con Maurizio Rango ed Ettore Sottile a far sparire il corpo dell'ultimo boss della famiglia "Bella bella" di Cosenza.