Gli ermellini hanno messo la parola fine al processo durato sette anni. Il componente del clan "Rango-zingari" non ha ucciso il 25enne in via Popilia
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Domenico Mignolo non ha assassinato Antonio Taranto, un giovane di 25 anni, morto a fine marzo del 2015, in via Popilia a Cosenza. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Corte di Cassazione nella serata di oggi, lunedì 3 luglio 2023. I giudici di legittimità hanno emesso la sentenza definitiva nei confronti dell’imputato, già componente del gruppo “Rango-zingari” di Cosenza.
Gli ermellini hanno messo la parola fine al processo durato sette anni, con due giudizi di secondo grado e due sentenze vergate dalla Cassazione, la prima con un annullamento con rinvio che, nei fatti, ha portato poi all’assoluzione di Mignolo, in quanto i giudici dovevano colmare le incongruenze presenti nella perizia balistica.
Assolto anche Leonardo Bevilacqua
Mignolo, attraverso i legali Filippo Cinnante e Andrea Sarro, è riuscito a dimostrare la sua innocenza rispetto a un evento omicidiario che sin dalle prima battute lo aveva visto coinvolto e iscritto nel registro degli indagati della procura di Cosenza. Un omicidio, però, maturato in un contesto mafioso, come hanno evidenziato i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, Fabrizio Cosentino e Domenico Commodaro, i quali hanno valorizzato le dichiarazioni rese nella rinnovata istruttoria dibattimentale dai collaboratori di giustizia Anna Palmieri e Celestino Abbruzzese, alias “Micetto”.
Chiuso un capitolo se ne aprirà un altro? Vedremo. Intanto, segnaliamo altre due cose: la procura generale della Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla procura generale di Catanzaro e oltre a quella di Mignolo diventa definitiva anche l’assoluzione di Leonardo Bevilacqua (difeso dall’avvocato Rossana Cribari). La famiglia Taranto è stata rappresentata dall’avvocato Mariarosa Bugliari.