Arrestate due persone di origine pakistana, uno dei quali minore, accusate di omicidio e rapina aggravata ai danni di Przemyslaw Krzysztof Grudniewski, cittadino polacco, rinvenuto cadavere la mattina del 7 marzo scorso all’interno della sua abitazione, in via Italia. Aveva le mani legate con delle fascette da elettricista ed un indumento intimo conficcato con violenza nella trachea, che ne ha determinato la morte per asfissia. Le attività sono state portate avanti dalla Polizia di Stato di Reggio Calabria.

I provvedimenti restrittivi, emessi in via d’urgenza, per l’evidente pericolo di fuga degli indagati, sono stati successivamente convalidati dai rispetti giudici per le indagini preliminari, che hanno contestualmente applicato per entrambi la misura cautelare della custodia in carcere. 

All’identificazione degli arrestati, gli investigatori della Sezione omicidi della Squadra Mobile sono giunti attraverso una incessante e meticolosa attività investigativa, svolta principalmente attraverso l’acquisizione e l’analisi di numerosissime telecamere sia pubbliche che private, che hanno permesso di accertare che il delitto era stato portato a termine dai due facendo accesso alla casa della vittima attraverso la porta finestra del balcone, che raggiungevano con l’ausilio di una scala, poi abbandonata durante la fuga. 

Un importante contributo alle indagini veniva offerto anche dagli accertamenti svolti dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, che riusciva ad isolare alcune impronte poi attribuite agli indagati. In particolare una di esse veniva isolata su un oggetto abbandonato dagli indagati a distanza di oltre un chilometro dall’abitazione della vittima e rinvenuto proprio grazie alla minuziosa attività di ricostruzione del percorso effettuato a piedi dagli indagati sia all’andata che al ritorno. Indagini per ricostruire il contesto attorno a cui è maturato il delitto. 

Oltre agli arrestati, altre due persone risultano indagate. Dopo aver ricostruito la dinamica del delitto, la squadra mobile guidata da Alfonso Iadevaia sta cercando adesso di chiudere il cerchio anche sul movente che sembrerebbe essere collegato al fatto che Grudniewski potesse avere parecchi contanti. All'arrivo della polizia, infatti, "l'appartamento - scrive il gip Stefania Rachele nell'ordinanza - si presentava completamente a soqquadro con il portafoglio e un borsello della vittima svuotati".

E ancora: chi ha ucciso, ha rubato anche due cellulari della vittima. Grudniewski, stando alle indagini, era in contatto con pakistani e indiani alcuni dei quali residenti in centro di accoglienza a Pentimele come gli arrestati. Muhammad Yaseen, infatti, risulta in Italia da 8 mesi e aveva scelto di chiedere asilo politico benché - ha spiegato il titolare del centro - "avesse diritto al permesso di soggiorno per motivi di lavoro". Per la Procura ordinaria e dei minori, non è escluso che la vittima possa essere stata coinvolta in un giro di documenti utilizzati per richieste dei migranti.

Una circostanza tutta da verificare dopo l'interrogatorio di Yaseen che ha confermato di essere stato presente sul luogo del delitto, assieme ad altri connazionali, che lo avrebbero "cooptato per un lavoro di cui ignorava l'illiceità". Ha affermato, inoltre, di essere rimasto fuori dall'abitazione del polacco che, stando alla sua versione, aveva ricevuto da un pakistano del denaro "per fare entrare in Italia tre persone di nazionalità indiana, che non aveva restituito". Pur avendo agito con il volto travisato, per il gip c'è un "grave quadro indiziario" nei confronti degli indagati che "compaiono in alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza con il volto ben visibile, avendo adottato minori cautele quando si trovavano più lontano dal luogo del delitto".