Le lancette della storia sembrano essere tornate indietro per il comune di Cetraro, sul Tirreno cosentino, tristemente noto per le faide che hanno insanguinato la costa per vari decenni sul finire secolo scorso, crimini con i quali si sperava di aver finalmente chiuso i conti grazie all’opera della società civile, della magistratura e delle forze dell’ordine. Così purtroppo non è stato, e l’omicidio del 46enne Alessandro Cataldo - il cui nome spunta in diverse operazioni antimafia della Dda di Catanzaro - è la dimostrazione che la ‘ndrangheta ha ripreso a organizzarsi e a stringere nuovamente d’assedio l’intera comunità.

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«Oggi è una giornata grigia - ha commentato il sindaco Ermanno Cennamo - sia dal punto di vista climatico e sia per quello che è successo ieri sera. Quando mi hanno chiamato sicuramente c'è stata la preoccupazione, l'angoscia di un delitto di chiara matrice mafiosa che ci preoccupa, preoccupa l'istituzione, preoccupa l'intera città. Sicuramente questo fatto ci porta indietro - prosegue il primo cittadino cetrarese - ma dobbiamo avere la forza di reagire perché Cetraro merita sicuramente un qualcosa di tutto quello che stiamo mettendo in campo, che è il rispetto delle regole, la legalità. C'è tanto impegno da parte dell'amministrazione, da parte della Chiesa, delle della scuola, delle tante associazioni che sono nate nel nostro territorio che ogni giorno si impegnano affinché prevalga la legalità rispetto delle regole».

A tal proposito il sindaco di Cetraro si è detto convinto che la comunità affacciata sul Tirreno cosentino, abbia «gli anticorpi che ci siamo costruiti negli anni. Perché Cetraro - è il ragionamento di Cennamo - è stata sempre vista come una città dove la malavita ha fatto tanti danni e credo che abbiamo avuto la forza di reagire, come l'abbiamo avuta negli anni ‘80, dove tutte le forze sane, tutte le associazioni, si sono unite contro il fenomeno mafioso. Io credo che anche oggi faremo allo stesso modo, la città si deve ritrovare, la città delle persone perbene si deve ritrovare, deve essere unita, deve dire no e basta a questi fenomeni mafiosi perché ritengo che i Cetraro merita tanto. Oggi subito faremo una conferenza con i capigruppo, dove decideremo quelle che sono le battaglie da fare contro questi fenomeni».

Freddato con quattro colpi di arma da fuoco nella serata di ieri di fronte ad una pizzeria a due passi dal porto, Cataldo già nel 2020 fu oggetto di un raid vandalico contro un’attività insita in uno stabile riconducibile alla sua famiglia, segno di un clima di crescente pericolo che, per l’intero comprensorio, si è manifestato anche in altre occasioni con inequivocabili avvertimenti.

«Ho già scritto una lettera al ministro degli Interni, onorevole Piantedosi - ha ribadito Cennamo - affinché possa dare, come Stato, dei segnali forti che merita questa città. Stiamo chiedendo a gran voce l'apertura della caserma dei carabinieri costruita a Cetraro da tanti anni. Non si capisse il perché non si vuole aprire questo presidio importante in una città difficile come quella di Cetraro. Noi chiediamo con forza al ministro - è l’appello del sindaco - che si apra questa caserma, perché deve essere un esempio tangibile dove i cittadini possono ritrovarsi con l'arma dei carabinieri, le forze dell'ordine, tutti quanti si stanno impegnando affinché si possa debellare questo fenomeno».

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«Noi siamo con loro - è stato l’incitamento del primo cittadino - la città è con le forze dell'ordine, però vogliamo più presenza, vogliamo più fatti concreti e credo che oggi sentirò pure sua eccellenza il prefetto, al quale farò il punto della situazione. Quando ci siamo visti al comitato provinciale sull'ordine pubblico, dove da più di un anno dicevamo che Cetraro era su una polveriera, che a Cetraro c'era una recrudescenza mafiosa e che si doveva intervenire con forza. Noi chiediamo allo Stato, chiediamo a tutte le forze dell'ordine e alla magistratura, di intervenire fortemente sul nostro territorio».

La lettera di Cennamo a Piantedosi

Di seguito il testo completo della lettera scritta dal sindaco al ministro Piantedosi.

«Venga a Cetraro. C’è la necessità urgente che Ella metta in atto iniziative veloci ed efficaci per contrastare la crescita esponenziale di nuove leve in grado di disturbare pesantemente il tessuto sociale e la vivibilità di numerose famiglie, da sempre impegnate a fronteggiare questi gravissimi episodi di malavita.

Da più tempo ho cercato di sollevare la questione del sottorganico dei presidi di legalità ed in particolare dei Carabinieri senza mai avere avuto risposte certe da parte delle istituzioni statali, così come sull’annosa questione relativa alla mancata apertura della nuova Caserma dei Carabinieri che potrebbe rappresentare un presidio dello Stato in grado di restituire certezza e fiducia ai cittadini.

I fenomeni avvenuti a Cetraro non possono essere sottovalutati.  C’è l’urgente bisogno di rafforzare il sistema di video sorveglianza pubblica, di controllo del territorio da parte delle forze dell’prdine, un impegno corale di tutti gli apparati dello Stato per una efficace diffusione della cultura della legalità.

Le scrivo per esprimere la mia forte preoccupazione per gli ultimi fenomeni malavitosi perpetrati a Cetraro, in provincia di Cosenza.

Per ultimo, in ordine di cronaca è l’omicidio avvenuto nella serata scorsa nei pressi di una pizzeria frequentata da giovani e famiglie.

I tentativi intimidatori, il tritolo ai danni di una nota attività industriale, l’incendio dei mezzi della raccolta differenziata urbana, la gambizzazione di un giovane, il tentato omicidio di un cittadino, i colpi di pistola ai danni di un veicolo del maresciallo dei Carabinieri, i continui colpi di pistola alle auto di imprenditori e il recente e gravissimo omicidio sono fatti che vanno immediatamente fermati dallo Stato e dalle agenzie sociali che hanno, obbligo di fare fronte comune contro la criminalità che attanaglia la Calabria e la comunità che ho l’onore di amministrare».

Il gruppo Pd di Cetraro: «Al fianco del sindaco»

«Il gravissimo omicidio che ha colpito la nostra cittadina è l’ennesima e tragica spia rivelatrice della persistente vitalità del fenomeno mafioso che da oltre quarant’anni compromette la serenità dei cittadini e il sano ed ordinato sviluppo della comunità». È quanto scrive in una nota il gruppo Pd di Cetraro.

«Nonostante il forte impegno democratico che si porta avanti da decenni contro la criminalità organizzata, purtroppo la situazione dell’ordine pubblico tra alti e bassi rimane sempre una emergenza irrisolta – continua –. In questo contesto, le beghe politiche di basso profilo e le strumentalizzazioni demagogiche a buon mercato rischiano di essere pericolose e controproducenti».

«Il Pd è al fianco del sindaco Ermanno Cennamo – si legge ancora nella nota – che sta portando avanti tutte le iniziative del caso, avendo avviato da tempo una proficua sinergia con le forze dell’ordine e con tutti gli apparati di Stato. L’auspicio è che prevalgano il buon senso, la responsabilità e l’obiettivo comune di debellare questa devastante piaga che ormai persiste da troppi anni».

«A Cetraro non c’è ancora l’alta mafia dei colletti bianchi, ma ci sono pericolose bande giovanili collegate con il traffico di stupefacenti, gestito dalla camorra e dalla ‘ndrangheta – concludono i dem –. Occorre chiedere con forza al ministro competente, come ha già fatto prontamente il sindaco, di farsi carico della drammatica sociale della nostra cittadina e di adottare tutti i provvedimenti de caso rafforzando i presidi dello Stato e agevolando la conoscenza di un fenomeno che rischia di degenerare ulteriormente così come avvenuto negli anni Ottanta».