«Assolto perchè il fatto non sussiste. Una sentenza netta che cancella ogni ombra sulla mia condotta alla guida della Regione». Lo scrive Mario Oliverio, ex presidente della Regione in merito alla sentenza che lo ha assolto dall’accusa di peculato. Più nel dettaglio, l’ex governatore era accusato di aver distratto circa 100mila euro di fondi pubblici per partecipare alla kermesse culturale umbra nel 2018. La Procura aveva chiesto una condanna a 4 anni.  Tutta la vicenda era partita da una inchiesta giornalistica realizzata da LaC News 24.

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Sul procedimento, lo stesso ex governatore commenta: «Non sarebbe mai dovuto iniziare. Stavamo facendo un buon lavoro, guidati dalla bussola della legalità e della trasparenza, come i calabresi si aspettavano che facessimo. La Calabria – aggiunge - aveva cominciato ad alzare la testa e smesso di essere ultima in tutto. Eravamo forti e soprattutto liberi perché autonomi. Anche se il tempo è galantuomo e la Giustizia prima o poi arriva, sono stati prodotti enormi danni, ferite profonde, mortificata la reputazione. È stato fermato un progetto che stava restituendo dignità e una prospettiva alla nostra terra. Amarezza e sofferenza frutto di malagiustizia rese ancor più laceranti dalla ferocia del sistema mediatico. Giorni, anni per me e per i miei cari che nessuno potrà mai risarcire. Chi pagherà per tutto questo?».

Lo sfogo di Oliverio prosegue e lascia presagire anche un ritorno alla politica attiva: «Profonda gratitudine devo al mio amico ed avvocato Enzo Belvedere per l’affermazione della verità e di quella Giustizia in cui non ha mai smesso di credere. Sono migliaia le testimonianze di stima e di solidarietà che mi stanno arrivando da tutta la Calabria e non solo. A tutti voglio dire di non mollare, di non permettere che l’entusiasmo lasci posto alla rassegnazione. C'è ancora spazio – conclude - per la lealtà e la visione. Dobbiamo fare ancora tanto con la forza e la determinazione di sempre. Liberi da subalternità».