Il sindaco e presidente del Festival dei due mondi prende le distanze dalla Regione Calabria che aveva cercato di confondere le acque sulla partecipazione del governatore a un evento collaterale della kermesse culturale, spendendo 100mila euro per un’intervista e una cena di gala. Il senatore spoletino dei Cinquestelle Stefano Lucidi chiede l’accesso agli atti
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Le bugie hanno le gambe corte, ma le polemiche hanno un passo ben più ampio. E in un baleno hanno coperto i 700 chilometri che separano Catanzaro da Spoleto. Lo scandalo della partecipazione del presidente della Regione Mario Oliverio a un evento inserito nel Festival dei due mondi, per un costo di 100mila euro, ha varcato i confini regionali per approdare nella capitale umbra della cultura. A innescare il ritorno di fiamma, sono state le parole usate dalla Regione Calabria per cercare di tappare la falla che rischia di mandare a fondo la già scarsa credibilità del “governatorato”.
L'antefatto: centomila euro a un società romana
Per capire, però, è necessario ripercorrere brevemente l’antefatto. I centomila euro utilizzati per l’operazione sono stati pescati nei fondi Pac 2014-2020 destinati al settore turistico calabrese, attraverso la rimodulazione del Piano di sviluppo regionale. I soldi sono finiti ad Hdrà, società di comunicazione e marketing, controllata dallo spoletino Mauro Luchetti e organizzatrice degli Incontri di Paolo Mieli, una serie di interviste che l’ex direttore del Corriere della Sera tiene da alcuni anni nell’ambito della kermesse culturale umbra e che questa volta ha visto tra gli intervistati anche Oliverio. In altre parole un appuntamento collaterale al Festival dei due mondi, che ne rappresenta solo la cornice e il brand trainante, come LaC News 24 aveva già scritto un mese fa. Troppo poco, avranno pensato alla Regione, per giustificare l’esborso di 100.040 (Sic!) euro, quindi hanno pensato ben di definire Hdrà “soggetto organizzatore esclusivista della manifestazione”, con una dicitura ambigua che sembrava riferirsi all’intero festival, facendo apparire la Calabria come finanziatrice della kermesse.
Il senatore spoletino: «Accesso agli atti»
Apriti cielo. Stefano Lucidi, senatore spoletino dei cinquestelle, si è chiesto polemicamente: «Scusate ma chi organizza il Festival di Spoleto?». «Apprendiamo che la Regione Calabria avrebbe contribuito con la somma di 100.000 euro alla realizzazione dell’edizione 2018 del Festival di Spoleto, in particolare per una cena, è il caso di dire molto “salata” – afferma Lucidi -. Non entro nel merito dell’utilizzo dei fondi e nella polemica locale che ne è seguita, ma quello che dobbiamo capire è invece il perché questa cifra sia stata assegnata in maniera diretta con procedura negoziata alla Società Hdrà Spa di Roma, soggetto economico afferente allo spoletino Mauro Luchetti».
Richiamando la determina dirigenziale di spesa pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria il 20 agosto scorso, il parlamentare mostra tutto il suo stupore quando apprende che, per la burocrazia della Cittadella, la società romana è il “soggetto organizzatore” della kermesse umbra, “per come certificato dalla Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto”.
«Questa è evidentemente una sorpresa – continua il senatore – perché, anche se sul sito non è accessibile, lo statuto della Fondazione non fa menzione del soggetto Hdrà. Ritengo doveroso a questo punto un doppio accesso agli atti, sia presso la Regione Calabria che presso il Festival per capire se si tratti di un mero errore oppure di altro».
Il sindaco di Spoleto smentisce la Regione Calabria
Accesso agli atti. Tre parole che di solito fanno tremare le vene ai polsi di qualunque amministratore pubblico e sono il prodromo di sviluppi che spesso non finiscono benissimo per i protagonisti.
Che la vicenda stia assumendo dimensioni sempre più preoccupanti, lo dimostra anche l’ingresso del sindaco di Spoleto, Umberto De Augustinis, che è anche presidente della Fondazione del festival dei due mondi. «La Fondazione - precisa in una nota - non ha percepito alcuna somma in relazione al contributo della Regione Calabria, che non sarà dunque inserito nel rendiconto della 61esima edizione».
Insomma, in Umbria prendono le distanze dal pastrocchio calabrese e dal maldestro tentativo di confondere le acque, spacciando per impegno della Calabria in una manifestazione culturale di rilievo internazionale, quella che in realtà è stata una semplice comparsata di Oliverio con annessa cena di gala per 60 selezionati ospiti. Il tutto pagato con i soldi del turismo calabrese.
Enrico De Girolamo
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