L'ingegnere Domenico Gerardo Petrone, project manager dell'impresa D'Agostino, concessionaria per il nuovo ospedale della Sibaritide, getta la spugna con le sue sorprendenti dimissioni. Una decisione drastica che ha lasciato tutti a bocca aperta, considerando l'impegno noto di Petrone nella promessa di una realizzazione rapida e senza intoppi dell'ospedale, ma ora si pone la domanda: cosa lo ha spinto a un atto tanto radicale?

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L'alto dirigente, che in passato ha messo la faccia garantendo al pubblico la fattibilità del progetto, ha evitato persino le ultime riunioni convocate dalle organizzazioni sindacali, che miravano a scongiurare il rischio che i lavoratori dell'impresa D'Agostino fossero trasferiti altrove a causa dell'incertezza finanziaria che avvolge il progetto. 

Con gli incrementi di costo che fanno tremare, si parla di una perizia di variante che oscilla tra i 90 e 120 milioni di euro, oltre al costo di partenza di 143 milioni, attribuiti principalmente alla guerra in Ucraina e alla pandemia; la Regione è ora chiamata a una sfida titanica per trovare risorse inaspettate. Sebbene il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, abbia rassicurato più volte sulla copertura finanziaria, sembra che qualcosa sia cambiato radicalmente. Le pressioni, forse insostenibili, sull'ingegnere Petrone, comprese quelle delle organizzazioni sindacali, potrebbero averlo costretto a rassegnare le dimissioni dall'incarico, segnando un inquietante punto di non ritorno.

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Il cantiere è ora immerso in un silenzio spettrale, con i lavori fermi e l'incubo di un'altra incompiuta che si fa sempre più reale. E già nell'agosto scorso, i consiglieri regionali del Partito democratico, Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci, avevano suonato l'allarme, preoccupati per l'andamento dei lavori, dichiarando: «Rischiamo anche di perdere l'ingegnere Petrone che starebbe valutando le dimissioni anche a causa dello stop al cantiere». Ora, il destino dell'ospedale della Sibaritide è avvolto in un misterioso silenzio, mentre la Regione Calabria e l'impresa D'Agostino cercano freneticamente una via d'uscita da questa crisi che potrebbe compromettere gravemente il sogno di una nuova struttura sanitaria all'avanguardia.