Dopo lunghi anni di attesa era cresciuta la fiducia circa la consegna dei lavori del nuovo ospedale della Sibaritide. Ora, però, si torna nel baratro dell’incertezza. La causa è dovuta all’incremento dei costi delle materie prime attribuibile alla guerra in Ucraina.

Sul punto è intervenuto il senatore Ernesto Rapani che, dopo una serie di incontri, ha riscontrato il problema di un eventuale stop nel cantiere. Da qui la decisione di iniziare ad assumere provvedimenti protesi a potenziare l’esistente sistema ospedaliero: «Sono sempre stato dell’idea secondo cui si sarebbe dovuto specializzare i nosocomi di Cariati e Trebisacce, oppure investire preventivamente nei due ospedali “Giannettasio” e “Compagna” di Corigliano Rossano, perseguendo l’ormai celeberrimo Dca 64 con cui il presidio rossanese dovrebbe fungere da polo chirurgico e quello coriglianese da polo medico. La preoccupazione è, dunque, doppia se consideriamo che ad oggi non vantiamo strutture degne di essere definite ospedali al passo con i tempi sulla realizzazione dell’ospedale della Sibaritide restano un rebus».

Il parlamentare nel confidare nel lavoro intrapreso dal Governo Occhiuto auspica e confida nell’intervento del presidente della Regione anche nella qualità di commissario  «finalizzato a verificare lo stato di "salute" dei lavori dell'ospedale nuovo e nel frattempo a potenziare le due strutture esistenti, partendo dalle fondamenta del Dca 64. Non è più tempo di rimandi e rinvii in attesa del polo d’eccellenza sanitaria che sta sorgendo in contrada Insiti. I circa 200mila abitanti della Sibaritide e gli oltre centomila dell’Alto Crotonese e Basso Jonio Cosentino, con le relative aree interne, che gravitano per lo più sullo spoke di Corigliano Rossano (soprattutto per le urgenze) meritano risposte immediate. E poi i traslochi di reparti dal “Giannettasio” al “Compagna” e viceversa non risolvono il problema, anzi lo acuiscono, conclude Ernesto Rapani, perché effettuati senza criteri di riferimento che si devono basare unicamente sulla tutela degli utenti del territorio».