Tra gli ospedali dismessi della provincia di Cosenza, da rimettere temporaneamente in funzione per accogliere pazienti con Covid, vi sono i presidi di Lungro, Mormanno Calabro e Cariati dove il presidente della Regione Roberto Occhiuto, intende allestire nel più breve tempo possibile, reparti di cure non intensive per un totale di circa sessanta nuove postazioni complessive, utili a fronteggiare la nuova emergenza scaturita dalla quarta ondata della pandemia.

Nuova riunione dell'Unità di Crisi

Anche di questo si parlerà nella Riunione dell’unità di Crisi convocata per quest’oggi a Catanzaro con il coinvolgimento dei commissari delle Aziende Sanitarie Provinciali e delle Aziende Ospedaliere. L’aumento dei posti letto consentirebbe di abbassare la percentuale di incidenza dei ricoveri e di riportare i numeri della Calabria al di sotto delle soglie di rischio, scongiurando eventuali passaggi di colore. Ma anche di offrire una risposta adeguata a tutti i pazienti sintomatici bisognosi di terapie, destinati a salire nelle prossime due settimane.

Contagi al galoppo

I contagi, infatti, galoppano ed andrà sempre peggio perché, dicono gli esperti, il picco non è stato ancora raggiunto. Tra poche ore nei report della provincia di Cosenza, confluiranno i dati delle centinaia di tamponi prelevati nella prima settimana delle festività e processati soltanto a partire dal 27 dicembre. Ma anche quelli effettuati da laboratori privati e farmacie, presi d’assalto da soggetti con sintomi influenzali e da chi, fuori regione per studio o per lavoro, rientrando a casa, ha voluto accertarsi di non aver contratto il coronavirus prima di incontrare i propri cari.

Mascherina e distanziamento

E poi, con il nuovo anno, è atteso un rialzo della curva determinato dagli assembramenti già visti in strada nel giorno della vigilia di Natale, dalle riunioni familiari, dalle visite ai parenti, dall’allentamento delle misure precauzionali, mascherina e distanziamento soprattutto, che continuano invece a costituire un valido scudo contro la malattia, insieme al vaccino. Aumentare i posti letto degli ospedali per ridurre il tasso di occupazione nei reparti ordinari e nelle terapie intensive è dunque una delle contromisure necessarie per evitare il collasso.

Il tracciamento impossibile

L’altra è costituita invece dal contact tracing. Su questo fronte, determinante per frenare l’avanzata dell’epidemia, l’Asp di Cosenza registra difficoltà dovute alla carenza di personale amministrativo dedicato. Quando arriva la comunicazione di un caso positivo, la procedura prevede l’immissione in piattaforma non solo dei dati anagrafici della persona contagiata, ma anche di una serie di altre notizie legate alla sintomatologia, alle eventuali terapie somministrate, all’anamnesi del paziente. E poi bisogna rintracciare i contatti stretti, disporne l’isolamento, effettuare lo screening, comunicare le richieste di quarantena ai sindaci affinché emettano le relative ordinanze. Operazioni da moltiplicare per mille, pari ai positivi registrati nell’ultima settimana.

Mancato rinnovo per il personale delle Usca

Peraltro il Dipartimento di Igiene dell’Azienda Sanitaria risultava sottodimensionato già prima che il Covid si abbattesse nelle nostre vite. Nei cinque distretti mancherebbero all’appello rispetto alla pianta organica, ben 58 figure. Inoltre non si è ancora proceduto al rinnovo dei contratti del personale delle Usca, in scadenza il 31 dicembre. Per cui già dalla prossima settimana, se non si provvederà per tempo, verranno a mancare preziose risorse nell’ambito del sistema di sorveglianza, tracciamento e dell’assistenza domiciliare.